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Il Veneto tra storia e futuro. Una giornata storica a Treviso

Il Veneto tra storia e futuro
Una giornata storica a Treviso

Nella storia del variegato panorama di associazioni e di movimenti indipendentistici che hanno attraversato il Veneto a partire almeno dal 1978, quando Franco Rocchetta diede vita ufficialmente alla Łiga Veneta, il 18 Novembre 2007 sarà ricordato come una data fondamentale. Ma non solo nella storia dei movimenti indipendentistici. Anche in quella di Venezia, del Veneto, della “Venetia” ampliata fino ad includere Bergamo, Brescia, parte del Trentino e del Friuli, secondo l’antica suddivisione romana (della “prima” Roma).
E, sfidando la rettorica, anche in quella della storia della libertà dei popoli e dell’eterna lotta che essi conducono contro forme sempre più varie di oppressione. Si è celebrato il V-DAY, il giorno del Veneto, e della “vittoria”, possibile e forse non lontana, della libertà. Veneto, Venezia, volontà, vittoria, vita quante parole belle– con buona pace di Beppe Grillo e del suo populismo inconsistente – cominciano con “v”.
Scrive nei Discorsi Machiavelli – ahimè troppo spesso annoverato tra i dogmatici statalisti, gli anticipatori dell’unità di Italia, gli incensatori della moralità della politica e della licenza di uccidere per “ragion di Stato” –: “E facil cosa è conoscere donde nasca ne’ popoli questa affezione dei vivere libero; perché si vede per esperienza le cittadi non avere mai ampliato né di dominio né di ricchezza se non mentre sono state in libertà”.
A Treviso dunque un movimento fatto di giovani, I Veneti, nato solo nove mesi fa, grazie a trentenni ben addentro sia alla storia della “Venetia” sia ai meccanismi della politica, ha tenuto una giornata di pacata e salubre riflessione sul possibile Veneto “allargato” indipendente, indicando sia una via legale per giungere pacificamente alla separazione dall’Italia, sia una mappa macroeconomicamente solida, della posizione, eccellente, che la Venetia verrebbe ad assumere nelle classifiche del benessere, non solo meramente della ricchezza intesa come PIL, nel mondo intiero. Uno stato grande quanto la Svizzera, la metà dell’Austria, ma assai più ricco di questi due “piccoli” Stati, dal destino assai diverso ma dalla storia recente assai simili (in termini economici).
Uno studio di un giovane economista veneto ora consulente presso la Banca Mondiale di Washington D.C., e docente a contratto a Ca’Foscari, Lodovico Pizzati, ha presentato dati incontestabili sulla realtà presente del Veneto – in quanto regione soggetta ad un dominio allotrio – e sulle potenzialità di crescita legate alla “riconquista” della propria indipendenza.
Alla giornata, nel calore di idee vere e portanti della “politica” svuotata dalla chiacchiera partitica, dalle formule magiche usate ormai solo per tenere in vita i morti, ha partecipato, deliziando il numeroso uditorio con la presentazione della situazione catalana, il Sen. Miquel Bofill, membro del partito indipendentista catalano, che ha in programma un referendum per ridare l’indipendenza alla Catalogna da tenersi entro il 2014. Entro il 2011 si parla di un referendum con intenti simili per la Scozia.
“I Veneti” hanno presentato un programma dettagliatissimo che riguarda il futuro della “Venetia” dopo l’indipendenza. La politica che si nutre di idee forti e coraggiose è tutt’altro che morta.

Paolo Bernardini

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