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Il prefetto di Vicenza non entri in questioni che non lo riguardano. E il sindaco di Vicenza non si prostri ai suoi piedi.

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Le critiche del prefetto sulla mancata esecuzione dell’inno dello stato italiano sull’inaugurazione del nuovo teatro comunale di Vicenza, oltre ad essere di cattivo gusto, esorbitano dalle sue funzioni. E il sindaco Hullweck ha perso una buona occasione per tacere.
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Vicenza, lì 14 dicembre 2007

Non sono passate inosservate le critiche di cattivo gusto del prefetto di Vicenza Mattei in occasione dell’inaugurazione del nuovo teatro comunale di Vicenza.
Quello del prefetto è un’istituzione del passato che non vuole passare e che ci ritroviamo come regalo savoiardo in omaggio alla massoneria francese da cui è stato inoculato in terra veneta, quindi ulteriormente rivisto come simbolo e braccio di controllo dello stato centralista durante il fascismo.
Anche nell’attuale regime politico, in ogni modo al prefetto non competono giudizi e pagelle su aspetti culturali veneti e vicentini. Quell’inno non è di sicuro sentito come aspetto condiviso di comune appartenenza identitaria da parte della maggioranza dei veneti. Se vuole, egli è libero di ascoltarselo nella sua certamente dorata residenza prefettizia, pagata profumatamente dai veneti.
Ma di sicuro non rientra tra le sue prerogative imporcelo come vorrebbe, magari con l’aggiunta di un po’ di olio di ricino, il tanto che basta per farci imparare quello che non abbiamo appreso finora in tema di italianità.
Così come è libero di ascoltarselo nella propria abitazione, magari per nascondere il brusio diei rumorosi manifestanti sotto le sue finestre,  il sindaco di Vicenza che non ha perso l’occasione per imparare che un bel tacer non fu mai scritto e che nessun giovamento gli porterà il prostarsi ai piedi di un istituto simbolo esso stesso della decadenza italica, ormai evidente in tutto il mondo.
Sappia anche Hullweck-Krenz che a noi veneti quell’inno appare nel migliore dei casi indifferente e a molti ormai un suono fastidioso.
L’unico ostacolo che ancora si frappone al cambio dell’inno è la divisione tra i partiti e i politici veneti.
Il comitato per un Partito Nazionale Veneto rivolge a tutti loro un appello perché confluiscano assieme al nascente PNV in unico blocco nazionale veneto, al fine di permettere la difesa degli interessi veneti e il raggiungimento di forme di autogoverno propedeutiche all’indipendenza e al di là degli schieramenti partitici e ideologici attuali, che rispondo esclusivamente ad interessi non veneti.

Comitato per la fondazione di un
Partito Nazionale Veneto

Web: www.pnveneto.org
E-mail: info@pnveneto.org

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