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La Causa Veneta al bivio, ostaggio della Casta Veneta e del passatismo nostalgico

Nel panorama politico europeo c’è un grande assente. Le grandi novità politiche del 2007 che sta volgendo al termine sono infatti le grandi vittorie elettorali e politiche dei partiti indipendentisti e autonomisti in tutte le regioni caratterizzate da alti tassi di ladrocinio da parte dei governi centrali degli stati di cui fanno parte.
Tra essi l’esempio elettoralmente più significativo è quello scozzese, con la storica vittoria dello Scottish National Party e la conseguente nomina del suo leader Alex Salmond a primo ministro di Scozia.
Politicamente si è invece rivelata assai importante la vittoria del partito indipendentista fiammingo N-VA, nato solo nel 2001 e che ha rivelato al mondo intero la crisi dello stato belga, proprio nel cuore dell’Europa di cui condivide la capitale Bruxelles.
Restano molto caldi i fronti basco e catalano, grazie all’azione da un lato del PNV, il Partito Nazionale Basco e del primo ministro basco Ibarretxe che ha annunciato una prima consultazione popolare per la riappacificazione da tenersi il 25 ottobre 2008 e dall’altro di ERC, Esquerra Republicana de Catalunya, partito indipendentista catalano al governo a Barcellona, che ha lanciato la sfida a tutti i partiti catalani per tenere assieme un referendum per l’indipendenza della Catalogna prima del 2014.
Tornando a noi, il grande assente è proprio la Causa Veneta.
Infatti, se pure è vero che da una parte sembra fare passi in avanti grazie all’azione di molti movimenti indipendentisti, in particolare il movimento “Veneti” che ha organizzato una serie di riuscitissimi eventi sul territorio e altri ne sta organizzando, ma anche alle azioni sempre più incisive anche di altri soggetti politici, dall’altra resta ancorata a due grandi moloch che di fatto la tengono in un impasse pericoloso.
Il primo moloch è rappresentato dall’apparente convergenza politica nel nome dell’autonomia e dello statuto speciale veneto. Il 2007 ha registrato in tal senso alcuni momenti finora inediti di unione di intenti in tal senso: dalla legge sulla tutela e la valorizzazione della lingua e della cultura veneta, al mandato speciale conferito a Galan per trattare con Roma una serie di competenze da esercitarsi a livello regionale.
Il secondo moloch è rappresentato dalla preponderanza dei temi legati al nostro passato nella battaglia politica e culturale quotidiana che si sta svolgendo in Veneto rispetto al mondo associazionistico e politico.
Parliamo di moloch non a caso, poiché essi hanno una forza che deriva dall’interesse politico nel primo caso e dalla grandezza della nostra storia e cultura veneta nell’altro.
Il primo moloch si rivela cambiando per un istante le lenti con cui guardiamo alla politica. Se infatti osserviamo i nostri vicini lombardi, ci accorgeremo che il tentativo di Galan è praticamente identico a quello di Formigoni nella vicina Lombardia. E rivela l’ultimo tentativo di una classe politica assolutamente compromessa col disastro italiano che ci sta portando alla rovina. Gli attuali esponenti politici della Casta Veneta non possono essere i fautori del risanamento del sistema politico veneto, contiguo e intrecciato in un unicuum indissolubile col colabrodo italiano, a meno di rifondarlo attraverso l’autogoverno e l’autodeterminazione dal basso.
Il secondo moloch rivela in modo preoccupante l’immaturità politica di noi veneti, incapaci di dare una proposta politica che abbia al suo interno ANCHE la componente storico-culturale-linguistica, ma che sia forte di una visione di insieme prospettica rivolta al futuro e tale da coinvolgere la classe media veneta, senza la quale la Causa Veneta non ha alcuna speranza di poter trovare soddisfazione.

Questa dicotomia parassitaria che nutre l’una parte dell’altra spiega le ragioni per cui è nato da breve tempo il comitato che porterà alla fondazione del Partito Nazionale Veneto.

Dobbiamo, in poche parole, uscire tutti assieme dal nostro recinto di cultori nostalgici del passato ed elevarci a leader politici in grado di proporre le soluzioni politiche auspicate dal Popolo veneto.

Gianluca Busato
Comitato per la fondazione del
Partito Nazionale Veneto

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