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Prove generali per far saltare l’euro

https://www.pnveneto.org/forum/phpBB3/viewtopic.php?f=10&t=109

E’ per tutta la serata che mi ronzano per la testa le cifre elencate da radio24 circa la situazione di concreta recessione americana, collegata ad una situazione di indebitamento imponente, con mutui che ormai non vengono più pagati e case svendute pur di liberarsi di un peso, con il petrolio che sale *rispetto il dollaro* ma che sostanzialmente resta stabile rispetto l’euro e naturalmente l’euro che sale a nuovi record, ed infine una notizia curiosa, l’incremento dello spread (il distacco) percentuale tra i buoni di stato europei.

Bene, mi vorrei concentrare su questi ultimi, perchè quello che ronza nella testa non è tanto il differenziale tra i BOT italiani e i Bund tedeschi, che potrebbe apparire scontato (soprattutto se si scommette che l’Italia non onorerà i debiti), ma incuriosisce che la stessa sorte stia toccando mano a mano i buoni greci (ok, neanche loro sguazzano nell’oro) quelli portoghesi, quelli spagnoli (ma il debito spagnolo non è poi così drammatico) e quelli francesi.
Anzi il dato tecnico è che quelli francesi sono oggi ad un differenziale pari a quello che aveva l’Italia tre mesi fa.
Allora è meglio tornare a guardare oltreoceano, perchè laggiù sta succedendo qualche cosa di molto grave: il dollaro di fatto è andato a farsi benedire.
Eh si perchè a ben guardare la grande notizia, che quasi sfugge da sotto il naso, è che di fatto il petrolio non si paga più in dollari !!!

Esiste una teoria economica (e di buon senso) che dice grossomodo che puoi fare tutti i giochetti che vuoi, ma non puoi mantenere un valore fittizio ad una cosa che tale valore non ha, e qualsiasi tuo sforzo per provarci risulterà vano. In fondo non fa che confermare che l’economia è matematica.
E questo è il risultato tangibile dell’applicazione di questa teoria. Il petrolio, quale bene reale, non può, alla lunga, reggere il moccolo di una moneta che non ha sostegno, potrai forzare la cosa, limitarla ma prima o poi salterà.
Se il petrolio fosse quotato in euro il petrolio schizzerebbe a 150 dollari il barile nel giro di due settimane e l’euro andrebbe proporzionalmente a 2$.

Ma a questo punto salta molto altro. Dunque appare strano lo spread così ampio. Dopotutto se è vero che l’economia francese non sta brillando è anche vero che ha risorse notevoli per tenersi alla larga da rischi economici, dunque non si spiega il differenziale così grande rispetto i buoni tedeschi. Una delle cause è senz’altro il bisogno di liquidità, con la fuga degli investitori americani che hanno bisogno di ritirare dalla cassa (banche in prima linea). Però a questo punto appare interessante la possibilità di speculazione e per chi dipone di grandi risorse anche il condizionamento del mercato in un trend autoalimentante che produce tensioni. Una speculazione che potrebbe fare molto comodo ai vertici americani, perchè in fondo se non ci fosse stato l’euro (il marco almeno non poteva essere universalmente accettato!).
E qui viene un bel nodo. Perchè l’euro è governato da una banca centrale, ha un suo governo indipendente persino dai governi, in fondo è una vera moneta privata, nulla può farla crollare perchè ad indebitarsi sono gli stati, mai le banche. Sono gli stati che hanno cittadini da far lavorare e da far vivere, sono gli stati che hanno bisogno di scuole e strade, sono gli stati ed i loro cittadini ad aver *bisogno* del debito.
Tuttavia le monete private starebbero in piedi se rappresentassero un valore reale, ma come ben sappiamo l’euro è carta igienica hi-tech, e la sua forza è rappresentata dalla garanzia del luogo in cui l’emittente la rilascia, dalla economia che alimenta. E come tutti ben sappiamo, l’economia funziona in base alle scelte, la politica. Ed eccoci al nodo. L’Europa non ha una vera unione politica, come potrebbe dunque garantire la stabilità del petrolio in caso di conflitti? I paesi europei si dividerebbero ancora come per l’Iraq o come per la ex Yugoslavia ?

Dunque qualcuno, da bravo giocatore di poker, potrebbe scommettere sul punto debole conosciuto e sconosciuto allo stesso tempo che l’euro in realtà è una moneta instabile e domani potrebbe non rappresentare più quello che rappresenta oggi, alcuni stati potrebbero non essere più in grado di garantirne i fondamenti e in sostanza verrebbe tolta quell’aura che oggi avvolge senza dubbio la moneta europea.
Ed i veneti dovrebbero imparare certe lezioni: non tutte le guerre si combattono con il metallo rovente.

Certo è che se queste prove generali in realtà sono fin troppo speculazione di pensiero piuttosto che di moneta, non possiamo comunque starcene tranquilli, poichè se salta, saltiamo anche noi che con l’america scambiamo una parte importante della nostra economia.

Che il leone ci difenda con i suoi artigli.

Claudio Ghiotto

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