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Il governo italiano contro gli investitori stranieri nelle telecomunicazioni

La decisione del governo italiano di raddoppiare l’iva sulle pay tv, per quanto giustificata come “correttivo di un precedente privilegio”, risulta di fatto una concorrenza sleale e classico esempio di conflitto di interessi in salsa squisitamente italiana verso un concorrente del premier nel settore delicato e strategico dell’informazione televisiva.
Esso si accompagna al tentativo, poi parzialmente abortito, di oscurare i blog, o meglio, di sottoporli al controllo per tramite di una legge oscurantisca e di stampo illiberale, altro fulgido esempio della cultura repressiva italica verso i concetti di libertà di espressione.

Sicuramente Rupert Murdoch, patron di Sky, non è uno stinco di santo, ma altrettanto sicuramente va posto fine alla dittatura televisiva di uno stato-fantoccio che si regge solo con le menzogne servite ad ora di cena.

Con questa decisione, il governo italiano fa un passo decisivo e di contrasto agli investitori stranieri nelle telecomunicazioni. Ci dobbiamo ora aspettare il completamento della vocazione italiana alla censura con la definitiva chiusura anche della rete internet? I primi avvisi ci sono, almeno a giudicare dalla campagna giornalistica tricolore dell’ultima settimana di disinformazione su facebook e la rete web in generale.

Indipendenza significa anche libertà di informazione e di espressione, oltreché apertura dei mercati.

Gianluca Busato
Partito Nasional Veneto

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