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Il Pnv mette il turbo all’indipendenza della Venetia

Fin dalla nascita del Pnv, abbiamo assistito ad un’autentica campagna denigratoria contro la prima forza politica veneta indipendentista, che ha individuato nel percorso democratico e referendario l’unica via di uscita dalla crisi economica, politica e culturale in cui ci troviamo noi veneti.

Nel tempo si sono succedute critiche e maldicenze, cattiverie e falsità che oggi è giunta l’ora di smascherare, una ad una.

Tale opera di disinformazione è condotta principalmente da esponenti della lega nord, del pdl e del pd, ma anche dall’ormai nutritissimo fronte autonomista veneto.

Ma cosa dicono i nostri avversari di noi:

  • che siamo pochi;
  • che esistono già una moltitudine di partitini venetisti;
  • che siamo solo “virtuali”;
  • che la metà dei soci ci ha abbandonato e siamo divisi;
  • che il “capo” del Pnv si è inimicato tutti;
  • che siamo centralisti;
  • che il progetto proposto dal Pnv è utopistico;
  • che la regione Veneto non può indire alcun referendum di indipendenza;
  • che i veneti sarebbero già indipendenti e quindi non serve alcun referendum;
  • che in un anno di vita il Pnv non ha realizzato alcunché;
  • che il Pnv impedisce l’unità politica dei Veneti;
  • che non abbiamo proposte programmatiche

e mille altre amenità di questo genere.

Allora, è bene far presente che tali affermazioni non sono vere, ma hanno l’unico deliberato scopo di creare incertezza e disseminare di bugie il percorso per l’indipendenza che è già stato intrapreso con fermezza dal Partito Nasional Veneto.

Siamo pochi?
Non è vero che siamo in pochi. Abbiamo iscritti che si associano e pagano la propria quota via web con carta di credito o con bonifico quasi quotidianamente. Quali partiti veneti hanno tale potenziale di attrazione? Nessuno. Nel territorio sono nati gruppi del Pnv ovunque che regolarmente si riuniscono a discutono la nuova politica veneta. Quale altro partito ha un così alto grado di partecipazione spontanea?

Esistono già una moltitudine di partitini venetisti?
In realtà non esiste neanche un partito indipendentista, che lo sia in modo coerente nelle parole e soprattutto nei fatti. Il Pnv è l’unico partito indipendentista veneto ed è aperto al dialogo con ogni altra forza politica veneta che dovesse convertirsi in modo serio all’indipendenza.
Anzi proprio la frammentazione dei partitini autonomisti veneti testimonia il fallimento politico dell’obiettivo autonomista e di ogni altra azione politica basata sull’andare a fare l’elemosina a Roma con il cappello in mano.

Siamo solo “virtuali”?
Non siamo solo virtuali, lo dimostrano le decine di eventi organizzati, le manifestazioni pubbliche organizzate nel corso del nostro primo intenso anno di vita. Nessun’altra forza politica veneta ha saputo creare un così grande numero di eventi pubblici sul tema dell’indipendenza. In ogni caso, la critica che ci viene mossa sulla nostra presenza “virtuale” è dovuta al dominio che abbiamo dimostrato su tale mezzo (l’unico in costante crescita e quello che domina l’audience nelle ore diurne), per quanto riguarda contatti, adesioni e tasso di crescita che altre organizzazioni semplicemente ci invidiano.

La metà dei soci ci ha abbandonato e siamo divisi?
Non ci ha affatto abbandonato alcuno e i nostri avversari semplicemente non conoscono cosa significhi la partecipazione democratica e la discussione all’interno di un partito. Per troppo tempo le forze politiche venete sono state condotte con principi staliniani e antidemocratici, per renderle più addomesticabili dai loro padroni italiani. Il Pnv tra i propri principi fondanti irrinunciabili ha invece la partecipazione democratica che si realizza nelle discussioni che avvengono periodicamente nei gruppi territoriali. È pur vero d’altro canto che nella politica veneta si muovono personaggi che sono pagati dagli italiani per seminare zizzania, ma costoro nulla possono contro il Pnv che si è dato una struttura reticolare a partecipazione diffusa.

Il “capo” del Pnv si è inimicato tutti?
La politica è fatta di posizioni chiare e sicuramente il segretario del Pnv e tutti i suoi dirigenti fanno propria questa convinzione. Sicuramente tutti gli esponenti del Pnv sono malvisti dai rappresentanti dei partiti italiani e dei partitini autonomisti ben avviati sul viale del tramonto. Ma questa è una cosa positiva, che testimonia la paura che costoro hanno del Pnv, che con i soli propri mezzi e senza mangiare i soldi del finanziamento pubblico ai partiti rubati ai cittadini Veneti ha saputo riempire un vuoto politico generato dal tradimento delle istanze del Popolo Veneto.

Siamo centralisti?
Dire ciò è falso, in quanto in Pnv si è dato una struttura reticolare che impedisce qualsiasi forma di centralismo. Di fatto ogni azione del Pnv viene condivisa dalle commissioni tematiche che approvano la documentazione pubblicata e dall’apertura di un forum internet che rappresenta uno spazio libero di discussione ove vagliare ogni decisione presa. Nessun partito italiano ha un così alto grado di partecipazione politica. Anche i “piccoli centralismi” di eventuali gruppi territoriali che dovessero scivolare nel dispotismo sono esorcizzati dalla possibilità di creare altri gruppi territoriali che condividano i principi del Pnv, oltre all’unico obiettivo dell’indipendenza.

Il progetto proposto dal Pnv è utopistico?
È vero proprio il contrario, vale a dire che è utopistico qualsiasi altro obiettivo politico di riforma dello stato in senso federale, o autonomista. Lo dimostra la grande crescita nel numero di stati nel mondo, in particolare di piccole dimensioni che dal dopoguerra al 2009 sono passati da 77 a 195. i processi di ottenimento dell’indipendenza testimoniano inoltre il grande vantaggio competitivo rappresentato dalla via democratica e referendaria all’indipendenza, in particolare in Europa e nel mondo occidentale.

La regione Veneto non può indire alcun referendum di indipendenza?
La regione Veneto indirà un referendum per l’indipendenza seguendo l’esempio internazionale di molte altre assemblee rappresentative, che pur prive teoricamente secondo alcuni di tali facoltà secondo le illiberali legislazioni statali in cui erano confinate, hanno potuto farlo in virtù di una legittimazione popolare in seguito ad elezioni che le hanno legittimate a farlo e seguendo un percorso internazionale verso la libertà che è oramai divenuto stabile ed applicato con sempre più frequenza. Se i Veneti vogliono l’indipendenza, nessuna potrà opporsi.

I veneti sarebbero già indipendenti e quindi non serve alcun referendum?
Ciò non è assolutamente vero, in quanto i Veneti ogni giorno pagano l’iva e di continuo pagano le tasse allo stato italiano. È vero anzi l’esatto contrario, poiché è ben risaputo che i Veneti sono sottoposti ad un trattamento coloniale da parte dello stato italiano che li depreda delle proprie risorse e nel contempo nega loro qualsiasi rivendicazione identitaria, dall’uso della lingua veneta in Veneto, all’insegnamento della cultura e della storia veneta nelle scuole venete, ad un razzismo anit-veneto odioso e pervasivo in ogni produzione cinematografica e televisiva promossa dallo stato italiano.

In un anno di vita il Pnv non ha realizzato alcunché?
In un anno di vita il Pnv ha raccolto 5.000 firme per la causa dell’indipendenza veneta, con il solo tam-tam via internet, ha creato petizioni e una rete di diverse centinaia di persone che promuovono le nostre idee con i propri mezzi, ha pubblicato 1.200 articoli attraverso il proprio sito internet e quasi 4.000 discussioni sul proprio forum, ha fatto scaricare 40.000 copie dei propri 13 numeri di Dialogo Veneto, colleziona una media di 500 visitatori unici giornalieri sul proprio sito internet per circa 50.000 pagine viste al mese.

Il Pnv impedisce l’unità politica dei Veneti?
I Veneti sono stati di fatto uniti politicamente più volte nel passato, prima con la Democrazia Cristiana, poi con la Lega Nord, quindi con l’alleanza Lega-Pdl. Cosa hanno ottenuto grazie a tale unità politica? Nulla, a parte la distruzione del proprio potere politico contrattuale e l’assolutà servitù nei confronti dei potentati romani, napoletani, bolognesi e milanesi. Per tale ragione, l’unica unità politica da perseguire sarà nel nome dell’indipendenza veneta, in modo serio e coerente, proprio come sta facendo il Pnv.

Non abbiamo proposte programmatiche?
Senza ripetere i volumi delle pubblicazioni prodotte succitate, ci concentriamo su alcune di esse, a cominciare dal primo manifesto programmatico pubblicato e aggiornato continuamente grazie all’apporto di tutti i soci del Pnv. È proprio grazie allo spessore della proposta programmatica iniziata dal Partito Nasional Veneto, continuamente aggiornata e arricchita con frequenti interventi di rilievo accademico assoluto, che è stato possibile riempire il vuoto politico lasciato dai partiti italiani e autonomisti inconcludenti e che hanno saputo solo coniare slogan vuoti e sterili.

Ecco perché è necessario dare forza al Pnv, il Partito Nasional Veneto – Venetian National Party – Partito Nazionale Veneto, il primo partito indipendentista veneto.

Per darci forza, ognuno può scegliere la modalità che preferisce:

o nei molti modi che il Pnv continuamente crea per rendere l’indipendenza ogni giorno più vicina.

Gianluca Busato
segretario Pnv

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