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E la lega nord regala 500 milioni di euro all’anno a Roma per rubare il rugby al Veneto?

La lettera di garanzia finanziaria di Alemanno rivela che i soldi rubati ai Veneti servono anche per rubare ciò che è costruito con il nostro sudore e la nostra passione, il rugby veneto

ladro

Ieri un allenatore di rugby veneto, uno di quelli che parlano poco e fanno molto, un Veneto come tutto il mondo ci ammira essere, ha deciso che il troppo è troppo e ha fatto un’azione che deve essergli costata molto in termini morali e di esposizione alla pubblica opinione.
Già, perché noi Veneti non siamo abituati ale ciacole italiane e ai politicanti da transatlantico e anche quando qualcuno di noi ci si abitua, viene subito cooptato alla “loro” causa, diventa insomma un nostro avversario.
Ebbene, ieri Stefano Bordon, 41 anni, rodigino, ex allenatore dell’Olympic Roma, ha mostrato come la politica italiana stia rovinando anche uno tra gli sport più sani che esistono in Veneto, ma anche in Italia (pensiamo alle glorie de L’Aquila, per citare un caso tra tutti). Uno sport di sudore e passione che qui da noi in Veneto ha saputo diventare anche un fenomeno sociale ed altamente educativo che coinvolge ed unisce i giovani veneti in una grande unione sportiva.
Ebbene, l’ingresso a gamba tesa da parte del comune, della provincia di Roma e della Regione Lazio a garanzia finanziaria della franchigia romana di rugby dei Praetorians rappresenta però il classico esempio di intervento pubblico assistenzialista e pappone italiano che mira a distruggere la capacità veneta di creare un movimento rugbystico autentico e non drogato con soldi pubblici.
Soldi pubblici che, tra l’altro, ci viene il sospetto, in buona parte provengono proprio da noi Veneti, visto che Roma riceve un contributo governativo annuale di 500 milioni di euro per coprire le proprie inefficienze, sprechi e malaffare parassitario classicamente italiano.
500 milioni di euro all’anno stanziati con l’appoggio decisivo della lega nord.
Allora è chiaro che lo stato italiano, con il beneplacito della lega, del pdl, del pd e l’applauso bipartisan di tutte le forze politiche italiane, ruba i soldi delle tasse ai Veneti per poi favorire con quei soldi rubati anche il furto del nostro sport nazionale, il rugby veneto!
Rubano al quadrato, insomma, per parafrasare il furto in termini matematici.

Per completare l’opera al danno dei Veneti che dedicano al volontariato sportivo tante ore sottratte all’ozio, che invece sembra essere lo sport nazionale italiano, c’è poi la saldatura politica con l’interesse padano ancora della lega nord, molto meglio rappresentato dalla prima franchigia scelta, quella degli Aironi del Po di Viadana, città di 19.000 abitanti.
Bene, quindi.

Alla luce di ciò, cosa aspettiamo noi Veneti a dare un segnale di cambiamento nel nome dell’indipendenza del Veneto alle prossime elezioni regionali? Vogliamo iscriverci e dare supporto in grande numero al PNV, oppure vogliamo continuare a farci del male e a reggere il sacco ai ladri delle nostre risorse, continuando a dare fiducia a quelli che chiudono le stalle dopo che i buoi sono scappati? Quelli che, pur essendo al governo, si limitano a fare interrogazioni in parlamento come fossero all’opposizione? Se sono al governo, governino, sciolgano la federazione italiana rugby e impongano la franchigia veneta in Celtic League, cosa aspettano, che qualcuno si commuova al loro pianto e abbandoni i business da decine di milioni di euro piovuti dal cielo, anzi dalla politica italiana?

Oppure dobbiamo aspettare che rubino al cubo ciò che è nostro?
Perché, se non fosse chiaro lo scenario rugbystico, diamo già la soluzione: i nostri giocatori, i più bravi, dovranno emigrare nelle squadre italiane, dopo che il nostro movimento rugbystico sarà destinato a morire per una scelta tutta politica italiana.

W l’indipendenza dello sport veneto, w l’indipendenza del Veneto!

Ufficio sportivo PNV

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