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PNV, unica speranza di libertà per il Veneto

cuore-pnvIl referendum di Jesolo è la dimostrazione che bisogna abbattere la lega nord, creatura italiana mantenuta ad hoc per tenerci schiavi di Roma

Con l’intervento di Claudio Ghiotto di sabato scorso, si entra nella fase finale del dibattito pre-congressuale del PNV, che si concluderà domenica prossima con la celebrazione del Major Consejo. Come da nostra tradizione, il confronto politico interno è chiaro, aperto e, soprattutto, alla luce del Sole.
Poco più di un anno fa, il 18 maggio del 2009, in occasione del congresso costituente, ho coniato il termine LEGALAN, per sintetizzare il quadro del potere politico veneto, speculare a quello italiano.
Non mi pare che molto sia cambiato da allora, al di là dei nomi che verranno. Il teatro della politica italiana purtroppo ammorba anche il Veneto, che resta ahinoi una colonia produttiva dello stivale. In tal senso capisco e condivido il sentimento che emerge dall’intervento citato di Claudio Ghiotto verso le elezioni regionali del 2010.
Penso che un po’ tutti i Veneti per bene che condividono un impegno civico comprendano e facciano proprio un sentimento di disprezzo per ciò che è la politica italiana.
Nei migliori dei casi è uno schifo immondo. E non si sottrae alla regola la politica veneta, che di quella italiana è succube a causa del servilismo ben pagato dei pessimi politici veneti che attualmente sono presenti in regione e anche nel parlamento italico.
È pur vero d’altro canto che la politica di ITA ha buon gioco di ogni argomentazione in tal senso, poiché il diritto di cittadinanza è garantito, lorsignori dicono, dall’esercizio del voto, che costituisce ad oggi l’espressione della sovranità popolare. E continuerà ad esserlo fintantochè – come alle ultime politiche – i Veneti lo eserciteranno in grande maggioranza e più di altri Popoli sottomessi da ITA (proprio nelle politiche del 2008 l’affluenza alle urne in Veneto è stata del 5% superiore a quella di ITA nel complesso, arrivando all’85% circa).
Né vi sono segnali che tale tendenza venga meno per il futuro.
Purtroppo quella di ITA è una finta democrazia, in realtà è una palese dittatura televisiva e informativa che permette ai padroni dei partiti italiani di fare il bello e il cattivo tempo. In particolare ciò avviene qui in Veneto, perché noi manteniamo la baracca più indebitata del mondo occidentale, lo stato più colabrodo, la classe politica più incapace e parassitaria dell’intero pianeta.
ITA non può perdere il controllo del Veneto. E i Veneti non possono pertanto lasciare ad ITA il controllo esclusivo e coloniale della politica in Veneto.
Il progetto indipendentista del PNV è l’unica alternativa che i Veneti potranno trovare nelle urne nelle prossime elezioni regionali del 2010. Non è ragionevole ipotizzare di riuscire a convincerli a disertare le urne: se avessimo una simile forza di comunicazione, allora sarebbe più semplice far votare direttamente i Veneti per l’indipendenza, da subito.

L’unica nostra possibilità è a mio parere quella di creare il consenso attorno a una nuova classe dirigente indipendentista. Allora sì che un comitato per l’autodeterminazione potrà divenire un interlocutore della comunità politica internazionale e dare il via al percorso per la nostra indipendenza, grazie all’indizione di un referendum sotto monitoraggio internazionale e a cui possano votare solo i Veneti, che in fin dei conti conservano SEMPRE il diritto di decidere del proprio destino.

Il risultato di Jesolo – al cui referendum per l’indipendenza si è recato a votare il 20% degli jesolani – ne è una testimonianza: finchè i partiti italiani e la lega nord (prima responsabile dell’astensione) resteranno al potere dimostrando disprezzo per la sovranità popolare, non abbiamo possibilità di uscire dalla schiavitù politica di ITA. L’iniziativa jesolana – intendiamoci – è stata in ogni caso un grande successo, perché portata avanti dal comitato promotore contro i poteri forti dei media che hanno oscurato e ridicolizzato l’iniziativa e contro il tradimento della lega nord, i cui rappresentanti in altre epoche e in altre zone sarebbero stati esposti alla pubblica gogna e coperti di sputi, ortaggi e uova marce per il tradimento continuato perpetrato nei confronti del proprio Popolo.

Ecco perché dobbiamo fare ogni sforzo per essere presenti alle prossime elezioni regionali del 2010 e dare finalmente un’alternativa politica ai Veneti per bene: perché i giochi si fanno ancora lì, per ora.

E chi condividerà il nostro progetto per l’indipendenza del Veneto sarà bene accetto come alleato.

Gianluca Busato
Segretario PNV

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