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Solo l’indipendenza ci può salvare dall’Italia comunista


E pagheremo un terzo rispetto ad ora per ottenere il doppio!

italia-comunistaIl primo ministro italico ha sempre fatto propria la bandiera dell’anticomunismo che in Italia va molto di moda e procura molti voti.
Ciò gli ha permesso di presidiare politicamente un’area da sempre maggioritaria in questo stato-fantoccio, privo di ogni identità nazionale che non sia legata a una squadra di calcio, oppure a qualche sporadico fenomeno, tipo la Ferrari, le glorie eno-gastronomiche e i vari rottami ideologici tricolori. Ora però, il premier e il ministro del tesoro, grazie alle dichiarazioni di questi giorni hanno fatto il salto del fosso e hanno iniziato a disegnare un bel futuro rosso, a base di posti fissi, irresponsabilità sindacali e voragini dei conti pubblici.

La realtà invece è che la maggioranza dei Veneti (e crediamo anche dei cosiddetti italiani) è ancora fortemente contraria a forme di controllo dell’economia e a forme di statalismo opprimente dei burosauri odiosi che mangiano alle nostre spalle e con i nostri soldi rubati. Insomma, la stragrande maggioranza dei Veneti sono contrari al comunismo italiano.

Se pensiamo che oggi addirittura la guardia di finanza ha pensato bene di andare a controllare le mance ai portieri d’albergo (sic!), si capisce bene che costoro stanno raschiando il fondo del barile, dimostrando l’ennesima follia di uno stato nemico dei Veneti, che ovviamente mentre con una mano ruba, con l’altra – nonostante le facili promesse dei vari Zaia, Bossi e Galan – si dimentica ovviamente delle nostre disgrazie come quella di Vallà di Riese Pio X e dei suoi abitanti figli di un Dio minore e sottrae le poche briciole di aiuto promesse.

Le varie inutili discussioni filosofiche su posto fisso, nazionalizzazioni, anti-europeismo e anti-americanismo sono solo le ultime evidenze macroscopiche di un cambio di linguaggio della classe dirigente italiana, che dimostra la natura illiberale e antimeritocratica di uno stato ormai alla deriva e in preda alle convulsioni che lo stanno per portare a un nuovo efimero cambio di regime. Si discute infatti altrove se il piano della banda al governo non sia l’instaurazione di una nuova forma di gaullismo rivista in salsa mediterranea, ovvero una repubblica presidenziale delle banane.

Non lo sappiamo e forse neanche ci interessa più di tanto, perché a noi Veneti non resta che scappare quanto prima da questo inferno comunista-peronista.

E per fuggire dalla tirannia non ci serve fare molta strada stavolta, no. La diaspora stavolta la faranno loro, i politici itagliani che infestano il Veneto.

Per farli scomparire ci basta semplicemente VOLERE l’indipendenza. Per volerla basta VOTARLA, mettendo una croce sul simbolo del PNV alle prossime elezioni regionali.

E se oggi sotto il regime italiano per noi Veneti vale la regola del 60-10, ovvero paghiamo il 60% di quel che produciamo e otteniamo 10, con l’indipendenza varrà la regola del 20-20, vale a dire che pagheremo il 20% e quel 20 resterà tutto in Veneto.

In altre parole, pagheremo un terzo di ora per ottenere il doppio!

Se rendiamo note queste cifre, allora qualsiasi Veneto sano di mente sarà favorevole alla nostra indipendenza.

Gianluca Busato
Segretario PNV

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