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Lettera aperta ai soci del PNV

Un grande passo avanti verso la convocazione di un nuovo Congresso Costituente

Cari soci del PNV, oggi 4 Luglio 2010 sono passati 43 giorni da quando ho raccolto come nuovo segretario eletto l’onere di condurre i contatti con la lista “Veneti Independensa” al fine dell’unione in un un nuovo allargato partito politico.
Dopo tanto parlare siamo ora alla stretta finale.
Mi accingo ora a riunire il direttivo per riferire formalmente definitivamente sull’andamento della trattativa, come da incarico ricevuto, e per lasciare allo stesso il privilegio della decisione, ovvero se convocare in assemblea il maggior consiglio, e qui serviranno 2/3 dei voti favorevoli, come sappiamo, per statuto.
E si, noi votiamo e sempre e siamo fatti così, nessuno decide al posto dei soci.

E’ la nostra forza!

Ma prima di far questo desidero esprimere un paio di cose.

Ieri sera ha avuto luogo l’evento conviviale della “Prima grigliata indipendentista”, dove tra l’altro ha partecipato anche un esponente di un altro partito, e con soddisfazione ho appreso che hanno scelto pure loro di abbandonare l’autonomismo a favore dell’indipendentismo.

Significa che le idee da noi proposte stanno facendo breccia anche altrove, significa che siamo sulla strada giusta.
Ebbene in questa occasione si è verificata una favorevole convergenza delle rispettive basi verso l’idea della fusione PNV-Veneti Independensa, di unire le forze, definitivamente ed improrogabilmente.
Loro, di fatto, hanno accettato il nostro statuto libertario (salvo minime osservazioni) ed i rapporti di forza reciproci nella fase fondativa potranno essere reciprocamente salvaguardati, con meccanismi ritenuti ufficiosamente idonei da entrambi.

Per quanto riguarda il futuro segretario sono già circolate voci su un alcune personalità di comune gradimento, mentre per il Presidente ancora no ma loro stessi aspettano qualche suggerimento anche da noi, onde discuterne successivamente.
Sta di fatto che a questo punto io personalmente non vedo davvero più particolari ostacoli o controindicazioni alla indizione del congresso costituente.

Persiste al nostro interno ancora qualche comprensibile resistenza che deriva sostanzialmente, io credo, dal fatto che noi abbiamo una impostazione sensibilmente libertaria, volta alla tutela inossidabile della espressione, anche pubblica, di ogni socio, mentre nelle loro file è preponderante, mi sembra, l’attività direttiva.
Mi metto per un attimo dalla loro parte. Forse ciò è stato a loro assai utile per sviluppare quell’esercito territoriale, che abbiamo visto essere molto efficiente, coordinato, di pronto intervento e che gli abbiamo sempre invidiato. E non è che gli manchino neanche le qualità per esprimere una strategia, anzi.
Ora, se noi siamo diversi, questo non deve essere visto come una pregiudiziale, ma come una opportunità. noi possiamo instillare il virus della libertà di pensiero in una nuova è più forte organizzazione.
Hanno accettato lo statuto e la parità rappresentativa, cos’altro possiamo volere ancora?

Mi preoccupa solo che la nostra base si senta mortificata, nel senso che inevitabilmente ogni fusione comporta la necessità di entrare in una nuova entità, ma ripartendo tutti da un gradino più basso di responsabilità e/o cariche.
E’ importante a mio avviso che non ci siano defezioni particolari da parte nostra, saremo inevitabilmente “diluiti” almeno al 50% con loro ma non dobbiamo preoccuparcene se entreremo TUTTI ed a testa alta nel nuovo partito unico indipendentista.
Solo così avremo la forza di sostenete le nostre giuste idee, di preservarle, di mantenerle valide, di salvaguardare i principi dettati dai nostri soci fondatori e tramandarli, capitalizzando anche il lavoro e gli investimenti già fatti, che in tal modo non andranno perduti.

Il Veneto è grandissimo, c’è molto da fare e ognuno avrà la possibilità di operare ed esprimere la propria voglia di indipendenza.
Guai dire “così io non ci sto, io mi ritiro”. Tutti insieme, tutti uniti, andiamo avanti.
A qualcosa dovremo rinunciare, è logico, ma anche loro lo hanno fatto.
Ci siamo scontrati, attaccati a vicenda. Io stesso l’ho fatto con rudezza.
Ora dobbiamo fossilizzarci sulle nostre posizioni, quanto generare autorevolezza dalla pacatezza e chiarezza dei ragionamenti.
Non è vero che non ci stimiamo a vicenda, ieri sera lo abbiamo visto.
Noi impareremo i loro sistemi e loro i nostri. Talvolta hanno fatto fatica a capire le nostre continue puntualizzazioni che sono sembrate estenuanti ma dimostrano buona volontà, nel complesso.
Il momento è quello buono e dobbiamo provarci. La strada è in discesa.
Esorto tutti a mantenere un atteggiamento positivo fino al mio riferire al minor consiglio, per la
giusta discussione finale e poi andiamo sereni al voto. Ora o mai più.
Anche io ci sto.

Cordiali Saluti e Viva San Marco.

Gianluca Panto

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