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La vergogna di sentirsi veneti in ITA, il regime dei parassiti

È la prima volta che vado negli Stati Uniti, a New York. Dopo essermi bevuto dall’infanzia centinaia di migliaia di notizie intrise di anti-americanismo prodotte dall’intellighenzia italiana, ho potuto vedere con i miei occhi che molte presunte falsità raccontate sugli USA sono solo il prodotto squallido di una becera propaganda ideologica creata ad arte.

E pensiamo pure che questa città ha vissuto un tremendo attacco al cuore 9 anni fa, con l’abbattimento delle Twin Tower dell’11 settembre 2001. Di quel tremendo attentato che costò la vita a quasi 3.000 persone oggi resta solo la voglia di completare la costruzione dell’One World Trade Center, che diventerà un ponte per il futuro alto 1776 piedi, per ricordare l’anno dell’indipendenza dall’impero britannico delle prime 13 colonie che hanno dato vita agli Stati Uniti d’America.

Sembra incredibile per chi vive nella palude tricolore dei debosciati che un Popolo possa essere tanto fiero addirittura da combattere per la propria libertà. Eppure gli esempi sono molteplici.

Molti danno per scontato che le cose debbano andare come vanno qui da noi. Nel mio piccolo mi rifiuto di pensare che l’uomo nasca schiavo come lo sono i veneti, ma per potersi liberare la prima cosa da fare credo sia riconoscere il proprio nemico. Se non concepiamo il fatto che viviamo in un regime antidemocratico e illiberale, non possiamo comprendere a fondo le ragioni delle differenze che ci sono nel modo in cui viviamo in questa falsa Italia rispetto a come si vive in Paesi più civili. Se il modello degli USA dovesse invece non piacere alla maggioranza dei veneti, con l’indipendenza possiamo scegliere di vivere anche con uno stato sociale più garantista, come gli austriaci, gli svizzeri, o gli scandinavi! Noi veneti abbiamo tutte le carte in regola per fare come e meglio di loro, dopo che avremo ottenuto la nostra indipendenza.

In ogni caso negli USA ho potuto constatare di persona il sacro valore che ha la libertà individuale di esprimere la propria personalità. Non c’è alcuna forma di potere che possa violare questo principio sacro. Non esiste un’organizzazione politica, religiosa, economica, o culturale che possa concedersi il lusso di calpestare la volontà di un individuo consapevole. Nessuno negli USA si permette di calpestare la cultura dei gruppi etnici che la compongono. E quando qualcuno, fossero anche i fondatori originali, si è permesso di farlo, ha assaggiato il duro sapore della sconfitta.

In Italia, con la scusa di difendere i più deboli, si incatena la moltitudine alla cieca obbedienza verso il regime falso e ipocrita. E si deprime l’individuo, debellandolo in quanto unica minaccia per il regime italiano. Per farlo non serve incatenarci, è sufficiente drogarci con una melassa pseudo-culturale imbevibile per qualsiasi persona che abbia una dignità da difendere. Questo sforzo titanico, che è diventato nazionalismo scientifico dal fascismo in poi e che oggi si è tradotto nel più incredibile e insostenibile tra i debiti pubblici al mondo ha l’unico e deliberato scopo di disarmare i pochi cittadini consapevoli. Se tu vuoi difendere un tuo diritto calpestato agli occhi dell’italietta sei solo un egoista che antepone il proprio squallido interesse personale di fronte all’incommensurabile bene comune. Che in realtà è il bene di poche decine di migliaia di persone organizzate in casta che vivono con guadagni da nababbi, difesi da un esercito di milioni e milioni di nullafacenti che si accontentano di una pagnotta pur di non assumersi alcuna responsabilità e di condurre una vita da parassiti quasi-vegetali.

L’italianizzazione forzata e violenta dei veneti è un processo che dura ininterrottamente da 144 anni. I veneti purtroppo non sanno di non essere italiani e quindi mal capiscono una nazione (finta) che li calpesta nei propri diritti, che li deruba ogni giorno, che li dipinge come razzisti, evasori, puttanieri e egoisti, al fine di mantenerli schiavi e di deprimere il nostro sentirci veneti.

È illuminante ad esempio che qualche giorno fa (se risponde al vero quanto riportano i giornali di regime) la madre di Federica Pellegrini abbia affermato che sua figlia, la famosa campionessa di nuoto, “si sente prima di tutto italiana, poi veneta”.

Insomma, oggi un veneto che ambisca al rispetto di un italiano deve vergognarsi di essere veneto! Deve provare fastidio per la propria lingua veneta, definita dialetto dell’italiano e il cui suono deve dare l’idea di ignoranza, di grettitudine, di provincialismo, di cattiva educazione. Un veneto che oggi voglia essere amico degli italiani deve disprezzare la propria origine, deve disconoscere la propria storia, deve preferire gli italiani ai veneti.

Un veneto che possa essere considerato una persona per bene dagli italiani deve preferire Firenze a Venezia, Napoli a Verona, Roma a Padova.

Un veneto colto deve sorridere di fronte all’inflessione cantilenante dei propri genitori che tentano goffamente di parlare italiano, vergognandosi un po’ di cotanta ignoranza.

Ecco, noi veneti dobbiamo vergognarci di essere ancora un po’ veneti. Essere veneto in Italia vuol dire essere un italiano di serie B. Per essere italiani di serie A dobbiamo parlare male dei veneti, dimenticare di essere veneti, odiare profondamente i veneti.

Io credo invece che sia meglio vivere da veneti di serie A anche un sol giorno, piuttosto che restare schiavi altri 100 anni come italiani di serie B.

Per farlo c’è una sola via e si chiama indipendenza. E il percorso per ottenerla è semplice, chiaro, democratico e ci porterà sulla strada del benessere e della dignità per noi e per i nostri cari.

Gianluca Busato
PNV

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