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L’Italia perde colpi, non ha alcuna idea di sé e del suo futuro

Così si esprime, nell’editoriale del Corriere della Sera del 30.12.10, il Prof. Ernesto Galli Della Loggia sotto un titolo eloquente: “Dite la verità al paese. Un disperato qualunquismo”.

Nel cuore dell’articolo l’autore scrive un passo che merita di essere ripreso perché è una fotografia tanto spietata, quanto eloquente, della realtà italo/padana:

Bersani, La Russa, Bossi, Fini, Bondi, Vendola, Verdini, Di Pietro, Casini, e chi più ne ha più ne metta credono di parlare al Paese con le loro dichiarazioni, le loro interviste, i loro attacchi a questo o a quello, i loro progetti di alleanze, di controalleanze e di governi: non sanno che in realtà se ne stanno guadagnando solo un disprezzo crescente, ne stanno solo accrescendo la distanza dal loro traballante palcoscenico”.

In Veneto la realtà istituzionale/governativa non muta di qualità, né di contenuti, né di prospettive. L’incapacità/impossibilità di governare da parte di Zaia è tristemente evidente. Slogan, promesse, ma i risultati non ci sono! Neanche in prospettiva futura.

Entro 100 giorni approveremo il Regolamento del Consiglio Regionale per far funzionare a dovere questo organo”. Ancora nulla!

Entro il 31 dicembre 2010 sarà approvato il nuovo statuto della Regione”. Ancora nulla!

Se sarà necessario i consiglieri lavoreranno 24 ore su 24 e dovranno portarsi il sacco a pelo”. Il consiglio ha approvato una manciata di leggine insignificanti e sconosciute!

Intanto si profila:

a)     l’esercizio provvisorio per la mancata approvazione del bilancio;

b)     il commissariamento della Regione anche per il 2011 per il deficit della sanità nel 2010 di oltre 521 milioni di euro. Per il 2011 il deficit salirà a 1,4 miliardi di euro a causa dei mancati ammortamenti accumulati dal 2002;

c)      l’aumento dell’addizionale Irpef appare ormai inevitabile;

d)     tagli ai bilanci delle province e, quindi, ai trasporti pubblici urbani ed extraurbani;

e)     ulteriori riduzioni a carico dei comuni e, quindi, dei cittadini per servizi fondamentali…

Nel frattempo il Veneto che lavora e paga le tasse al governo (governo con partecipazione decisiva della Lega tanto a Roma quanto a Venezia), ha un credito a titolo di “residuo fiscale” dallo Stato italo/padano di 20 miliardi di euro all’anno.

Il “residuo fiscale” è semplicemente il surplus tra quanto noi paghiamo allo Stato per imposte, tasse e prelievi vari e quanto lo Stato spende per noi Veneti.

Come dire che dopo aver pagato al governo italo/padano tutto quanto è dovuto per le spese (sanità, sicurezza, infrastrutture, giustizia, etc…) destinate al Veneto, lo Stato ci fa “la cresta”, ovvero ci guadagna circa 4.000,00 euro all’anno per ogni abitante del Veneto.

Concludendo, significa che una famiglia Veneta di quattro persone (marito, moglie e due figli) si fa derubare (non trovo termine meno corretto e meno chiaro) all’anno ben 16.000,00 euro.

Dopo aver già pagato tutto!!!

In dieci anni la famiglia considerata lascia allo Stato ben 160.000,00 euro, ovvero il valore di una casa media.

Questo è furto! Questo è sfruttamento! Questo è colonialismo! Questo è intollerabile, immorale, inaccettabile e vergognoso! E deve finire!

Se il Veneto diventa uno Stato indipendente e sovrano, senza questa zavorra italo/padana, la vita dei Veneti cambierà radicalmente. Con certezza! E subito!

Uno studio del Prof. Pizzati, docente presso il Dipartimento di scienze economiche dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha analizzato quali sarebbero gli effetti di un Veneto Stato indipendente: le tasse potrebbero abbassarsi subito del 20%, le buste paga degli operai salirebbero del 50% e il potere d’acquisto dei pensionati aumenterebbe del 10%.

Con sventurata immagine Zaia ha recentemente detto che l’Italia è come il Titanic, che mentre sta affondando fa suonare l’orchestrina…ma il fatto tragicomico è che egli – Zaia – si trova ad essere uno dei suonatori di quella orchestrina stonata e ridicola del governo italo/padano, mentre i cittadini Veneti rischiano di annegare tra i marosi dell’incapacità politica e l’iceberg del dilettantismo governativo, a Roma come a Venezia. Mancano sia i progetti, sia la visione del futuro e dell’orizzonte. E i rincalzi si chiamano… trote.

La speranza e l’alternativa rimasta è ormai solo Veneto Stato. Auguri a tutti.

Noale/Venezia, lì 31.12.2010

Alessio Morosin
Responsabile Giustizia e Istituzioni
Veneto Stato

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