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Le Venezie non più Italia

Dal 16 Dicembre scorso, ma purtroppo per noi che non abbiamo spulciato certe operazioni legislative romane lo sappiamo solo da un paio di giorni, Le Venezie non sono più territorio giurisdizionale della Repubblica italiana.
A stabilirlo il parlamento italiano, che ha approvato il decreto n.212 del 13 Dicembre 2010, noto con il nome di «decreto ammazzanorme» ed entrato appunto in vigore il 16 dicembre 2010, il quale abroga il Regio Decreto n.3300 del 4 Novembre 1866, con il quale «le provincie della Venezia e quelle di Mantova fanno parte integrante del Regno d’Italia».

Non è uno scherzo! Controllate con i numeri delle leggi menzionate.

Dopo che la notizia è apparsa sui principali giornali della penisola e che ha suscitato ovvio scompiglio, i vari addetti ai ministeri italiani hanno cercato di minimizzare, addirittura Calderoli, l’autore (e glie ne siamo grati) di tale opera, ha affermato che “non sarebbe stato abrogato per sbaglio” (E VAI!!! Questa dichiarazione resterà nella pietra!) “ma lo sarebbe perché superato dall’art. 131 della Costituzione italiana” (fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2011/9-febbraio-2011/ministero-annessione-abrogata-unita-garantita-costituzione-181428969304.shtml).
Ma questa (la questione che sarebbe superato dall’art.131 della Cost.) è una sciocchezza enorme, perché da un punto di vista squisitamente giuridico la Repubblica italiana non può avere potere senza una pezza che ne determini la titolarità. E’ simile al caso di ereditarietà in cui per poter dichiarare la proprietà di un bene occorre stabilirne la provenienza lungo l’asse ereditario. Se manca un tassello crolla l’impalcatura. Ed è la situazione in cui si trovano oggi Le Venezie, anche perché è bene abituarsi a non usare più i termini Veneto o Friuli per distinguere le attuali regioni istituite dalla Repubblica italiana nel 1971, in quanto decaduto quel decreto antecedente decade anche qualsiasi atto successivo e succedaneo.

Pertanto stante che chi negli ultimi cinquant’anni ha agito come se ne avesse la titolarità, dal 16 Dicembre, ha dato ufficiale rinuncia di esercitarne la sovranità attraverso il massimo organo istituzionale legislativo: il Parlamento e la firma del Presidente della Repubblica italiana, signor Giorgio Napolitano; senza ombra di dubbio oggi Le Venezie sono in un limbo giuridico dove certamente la Repubblica italiana ha fatto espressa rinuncia di sovranità.

Ma quali sono gli effetti di questa situazione? Fintantoché questo limbo esiste:

– ogni decisione, legge, norma, ordinanza, ecc. emanati dagli organi che si dichiarano essere dipendenti dalla Repubblica italiana non hanno valore alcuno;
– è illeggittima ogni assemblea stabilita a nome della Repubblica italiana, come ha già fatto notare Mariangelo Foggiato in consiglio regionale ieri;
– qualsiasi azione condotta dalle forze dell’ordine appuntate dalla Repubblica italiana sono condotte come un abuso, e di fatto costituiscono milizie armate straniere presenti sul territorio, come le truppe di occupazione, o come le milizie autogestite;
– quanto sopra apre la strada alla possibilità che si invochi la presenza dell’ONU a difesa dei cittadini inermi, poiché non si esclude la possibilità che si formino milizie armate di diverse fazioni senza che esse possano essere dichiarate illegali;
– le tasse riscosse sono abusive, ed i cittadini legalmente possono rifiutarsi di pagarle. Per esempio è possibile opporsi al pagamento dell’IVA, come pure al versamento (previsto per il 16 Gennaio prossimo secondo la legge italiana che però per effetto dell’abrogazione del Regio Decreto 3300 non è più valida);
– multe e sanzioni non sono esigibili;
– le polizie locali non hanno alcun potere di azione;
– non esistono più i pubblici ufficiali;
– gli atti notarili stipulati nel periodo che và dal 16 Dicembre scorso fino a data futura indefinita non hanno alcun valore poiché attestati mediante rappresentanti della Repubblica italiana (i notai) che non hanno alcuna giurisdizione nelle Venezie;
– i documenti e i certificati non hanno valore;
– i nati dal 16 Dicembre scorso fino a data futura indefinita non possono avere la cittadinanza italiana;
– i cittadini italiani residenti nelle Venezie: se si dichiarano cittadini italiani sono stranieri, altrimenti dichiarano di avere perso la cittadinanza e diventano apolidi fino alla costituzione di un nuovo stato riconosciuto a livello internazionale;
– l’immatricolazione di veicoli non ha alcun valore;
…potranno esserci altre condizioni esistenti, ma per ora mi fermo qui, e lascio ai commentatori eventualmente aggiungerne a completamento.

Questi effetti tuttavia sono reali da un punto di vista legale (ed io starei molto attento a fare passaggi di proprietà con atti notarili in questo periodo!) ma da un punto di vista pratico la situazione può essere un po’ confusa.

Ho oggi fatto un test. Ho dichiarato che non intendevo pagare l’IVA poiché la Repubblica italiana a cui andrebbe versata non ha più giurisdizione nel territorio delle Venezie. Oltre allo sbigottimento di chi mi guardava, credendo che scherzassi, dopo la mia spiegazione si percepiva l’ostruzione tipica di chi è incapace di capire oltre il quotidiano. Le risposte erano: si ma poi vengono da me a chiederla. Ed io: ma tu puoi opporti a loro dicendo che non hanno giurisdizione. E loro: beh ma se vengono e con la forza ti arrestano …poi sono solo spese di avvocati…

Nella pratica cioè le persone non riescono a concepire una situazione borderline che esce dagli schemi e si incagliano. Questo ironicamente produce l’effetto di avvalorare la forza degli agenti appuntati dalla Repubblica italiana o da suoi organi periferici (ricordo, miliziani stranieri alla data odierna) che de facto andrebbero a stabilire una condizione chiamata “principio di effettività”, cioè che ci si arrende di fronte all’evidenza dei fatti perché incapaci di opporvi resistenza. Una norma ben conosciuta nel diritto internazionale che sancisce l’esistenza de facto di stati.

Questo peraltro và a supportare la mia tesi che si opponeva ai legalisti i quali credono che con un decreto si possa ottenere l’indipendenza. Se dietro non hai la gente disposta a difendere i suoi diritti e i suoi interessi, non hai nulla. Ed infatti il Veneto avrebbe avuto migliaia di motivi per avere rivolte popolari, ma non è mai successo.
Non come accade in certe regioni del sud della penisola, dove le persone sono molto più reattive e pronte a fare azioni di massa, come abbiamo ben visto nei mesi scorsi.
Non solo, ma dove esiste la mafia (o altre organizzazioni analoghe) esiste di nuovo una condizione de facto di “effettività” in cui non è la Repubblica italiana a controllare il territorio ed esercitarvi la sua giurisdizione, ma le organizzazioni, che le autorità italiane chiamano “criminali” ma che non sono per nulla diverse da una qualsiasi polizia di certi paesi a governo tirannico.

I Veneti hanno subito umiliazioni e predazioni a non finire, stanno vedendo l’ascesa di organizzazioni politiche corrotte (vedi i casi di tangentopoli veneta di recente denunciati nei giornali, o il caso di dirigenti della Agenzia delle Entrate italiana e della Guardia di Finanza italiana corrotti e concussi emersi a partire dal caso “dirty leather”), eppure continuano a voltare la testa dall’altra parte come muli.

Non aspettatevi dai Veneti, da questi Veneti, una capacità di essere indipendenti. L’indipendenza deve essere reale ed esercitabile, non chiacchiere.

Ma esistono anche Veneti coriacei e tenaci. I membri del LIFE ci hanno dimostrato la loro energia, ma molti altri, senza farsi notare allo stesso modo, possono essere allo stesso modo tenaci, e coscienti delle potenzialità della situazione attuale.

In realtà è necessario catalizzare queste persone affinché da questo limbo che si è venuto a creare siano capaci di organizzarsi per stabilire una propria indipendenza. Oggi hanno gli strumenti giuridici in mano per poterlo fare.
Non si parla di azioni eclatanti, ma anche di semplici e miti azioni personali, come quella per esempio di chiedere asilo e cittadinanza ad un’altro stato per avere perso la cittadinanza in forza del decreto del 13 Dicembre 2010.
Azioni che potrebbero risultare molto utili in futuro, dato che il limbo non può durare a lungo.

Invito i lettori a commentare e a dare le loro opinioni, e idee. Ne abbiamo bisogno tutti!

Cogliere l’attimo!

Claudio G.

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