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La Democrazia Diretta è solo un “arto” della sovranità popolare

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

di Roberto Sommacal (Accademia degli Uniti)

Il Professor Hans Hermann HOPPE qualche anno fa, durante un convegno tenutosi all’Università di Padova, ebbe tra l’altro a dire:
«Lo Stato può essere definito convenzionalmente come: un’agenzia che esercita un monopolio territoriale, imposto con la forza, sia sulla decisione finale da prendersi in caso di controversie (giurisdizione) sia sulla tassazione. Per definizione quindi, ogni Stato, a prescindere dalla sua particolare Costituzione è economicamente ed eticamente inadeguato. [Perché è inadeguato?] Ogni monopolio è un “male” dal punto di vista del consumatore. Intendiamo per monopolio la mancanza di libero accesso ad una particolare linea di produzione: solo un’agenzia A può produrre il servizio od il prodotto X.
«Non solo nessuno, potendo evitarlo, accetterebbe
un tale monopolio nella fornitura di servizi
giudiziari, ma [non accetterebbe] nemmeno il fatto
che sia il giudice monopolista a determinare
unilateralmente il prezzo dei propri “servizi”. È
facilmente prevedibile, che un tale monopolista
userebbe sempre più risorse (proventi della
tassazione) per produrre sempre meno beni e perpetrare sempre più misfatti. Questa situazione non è la ricetta per la protezione dei cittadini ma per la loro oppressione e sfruttamento. Il risultato del costituirsi di uno Stato, quindi, non è la pacifica cooperazione [economica tra i cittadini] e l’ordine sociale, ma il conflitto, la provocazione, l’aggressione, l’oppressione e l’impoverimento in altre parole la de-civilizzazione (imbarbarimento). Questo, soprattutto, è perché un tale monopolista è giudice supremo di ogni conflitto e quindi anche di quelli che lo riguardano direttamente. Di conseguenza, invece di tendere a prevenire e risolvere conflitti, un giudice supremo monopolista sarà portato naturalmente a causare e provocare conflitti da comporre a proprio vantaggio.
Questo, soprattutto, è quello che ci ha mostrato la storia degli Stati. Essa è infatti, in primo luogo, la storia di milioni di vittime innocenti del potere statale.»

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