Riflessioni a San Marco
Mi sono per caso imbattuto la settimana scorsa, nella biblioteca comunale di Montebelluna in un libro dal titolo “Unità e diffusione della civiltà Veneta”, libro del 1974 creato a partire dalle relazioni e comunicazioni avvenute durante un convegno dell’associazione degli scrittori Veneti. Il primo capitolo di Luigi Lanfranchi è dedicato alla “funzione nazionale ed europea della Repubblica Veneta”. Riporto alcuni passaggi significativi che ho il piacere di condividere con voi: “Solo che a Venezia, per le ragioni sopra dette, non è il comune tumultuante e fiammante di mezza Italia, ma piuttosto la Città dei Maestri Cantori, con i suoi ordinati istituti, che, nel loro meccanismo intimo, spesso complicato, sono pur sempre tutela di libertà. L’opposizione al tiranno è quindi, per Venezia, un sentimento naturale… e continua poche righe dopo :“Questo patriziato locale, attivo e perciò mutevole nel numero e nelle attribuzioni singole è, in fondo, agli antipodi della nobiltà feudale”… e ancora, citando la libertà mercantile: “Venezia è centro di pace operosa e di libertà costruttrice”. “Petrarca, uomo libero che ben si adegua ad ambienti di vita diversi, non è più un esule lontano dalla patria e trova in Venezia una fonte di vita perfetta, lui, uomo moderno fra gente moderna, fra gente che giorno per giorno elabora la sua libertà, che costruisce quell’equilibrato e pur prezioso confine fra spirito e corpo, fra religione e potere temporale dello stato, in una mirabile sintesi di istituti e di pensiero, che, pur non toccando il dogma, alimenta teorie filosofiche nuove.
In chiusura riporto le conclusioni finali del capitolo “Questo è il significato più profondo della storia politica veneziana: il creare un nesso tra genti diverse offrendo un modello di vita da tutti accettabile. La costruzione di questo nuovo tipo architettonico su una società multiforme per razze e per religioni, per interessi e per passioni si può affermare sia in buona parte riuscita, soprattutto perché Venezia, pur avendo leggi proprie, sa rispettare le leggi, consuetudini ed usanze altrui. Tutto ciò ha una radice unica: la Libertà.
Queste frasi, da me rilette ieri, giorno di San Marco, mi hanno toccato profondamente. Non conosco bene la storia Veneta, le sue istituzioni, la cultura, però, ne sono stato sempre intimamente attratto, interiormente affascinato. Ogni lettura successiva alla nascita di questo sentimento innato lo conferma e lo rafforza. In Venezia c’è qualcosa di grande, di trascendente, di eterno. A volte, passeggiando per Venezia mi chiedo che cosa pensavano, che cosa sentivano, che visioni avevano del mondo coloro che hanno potuto creare un simile capolavoro artistico. Studiando Venezia, o parlando di Venezia ci si ferma spesso alla superficie, all’effetto finale: il capolavoro artistico, il meccanismo istituzionale perfetto, le leggi per l’epoca futuristiche. Noi però, nuovi abitanti di queste terre e del mondo, non dovremmo replicare quelle opere, quelle leggi, quelle istituzioni, ma dovremmo coglierne i valori ed i sentimenti sottostanti. Dobbiamo farci ispirare da quei sentimenti e pensieri elevati per modellare il mondo in cui viviamo con le nostre capacità creative adattate al contesto in cui viviamo. Questo patrimonio di umanità non è solo Veneto, appartiene a tutti e dovremmo avere il piacere di condividerlo. Molti grandi artisti, si rendono conto che la loro ispirazione è quasi “involontaria” arriva e si esprime con o senza la loro volontà. Analogamente, Venezia, sembra essere un artista che si è fatta veicolo di ispirazione di un agente superiore. In Venezia convivevano la difesa della libertà e la necessità di far prevalere il Bene Superiore, che non è a mio avviso necessariamente lo stato come istituzione ma piuttosto un insieme di valori, sentimenti, principi in cui ogni essere umano, riesce, se pienamente libero di esprimersi, a riconoscersi.
Riporto, con il permesso della redazione, il giuramento di Perasto, chiaro esempio, dei sentimenti elevati che ispirava Venezia. Non si può sicuramente esagerare negli elogi. Alcuni storici hanno opinioni divergenti, visioni diverse sulla Repubblica Veneta. Non so quale sia la piena verità, ma parole così ispirate e piene d’amore cosa possono riflettere se non sentimenti della stessa natura?
Ivano Durante
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