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L’Indipendenza Veneta si ottiene con le regole del mondo moderno

La vigilia di un congresso entusiasmante che ci porterà nel futuro

Queste ultime ore prima dell’inizio del congresso fondativo di Indipendenza Veneta si stanno dimostrando cariche di passione e partecipazione.
È da diversi anni che porto il mio impegno nell’attività politica. Sono consapevole della portata storica del momento e dell’importanza che riveste il battesimo ufficiale di Indipendenza Veneta di domenica prossima 27 maggio alle ore 9 all’hotel Maggior Consiglio di Treviso.
Si sente l’atmosfera carica, con tante straordinarie persone che si stanno mettendo al servizio del movimento e che sono certo da lunedì determineranno la svolta decisiva per lo scenario politico veneto.
Inutile nascondersi dietro ad un dito, il compito è enorme: vanno date le risposte che l’intero Popolo Veneto sta cercando dalla politica, dopo la morte del sistema dei partiti italiani. Sono morti i partiti, è morta l’idea che sia possibile cambiare le cose nel parlamento italiano.

È cosa risaputa che la maggioranza assoluta degli elettori veneti si è dichiarata a favore dell’indipendenza veneta, in un referendum con monitoraggio internazionale in cui possano esprimere la propria volontà ed esercitare la propria sovranità.

Per costruire in modo scientifico il consenso attorno al nostro progetto, sono molte le cose che dovremo fare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Dovremo riuscire ad attuare quell’organizzazione che i tempi moderni richiedono essere snella e all’altezza del compito che le spetta: attuare il percorso legale, pacifico e democratico per l’indipendenza veneta.
In tempi molto brevi dovremo comunicare con estrema capacità di sintesi, ma con chiarezza e serietà il programma concreto che prevediamo di attuare, ma anche la forma di comunità statuale che concepiamo per la futura Venetia indipendente. Non ha alcun senso riproporre una piccola Italia, men che meno nell’epoca contemporanea che vede le Italie, piccole o grandi, fallire di fronte alle sfide della modernità.

Non nascondiamoci un’evidenza. Come veneti stiamo vivendo un momento particolarmente delicato. Compressi dal peggiore inferno fiscale del mondo e da una situazione congiunturale europea e mediterranea di crisi di competitività e di sviluppo, rischiamo di perdere le competenze e le conoscenze tecnologiche diffuse che ci avevano permesso di ritagliarci uno spazio di benessere nei decenni passati.
Non è un rischio da poco. Se continuiamo a restare frenati dalla zavorra dello stato italiano, lo scenario potrebbe essere proprio la perdita per altri decenni della possibilità di fronteggiarsi con il mondo evoluto.

La crisi che stiamo vivendo è in realtà il serpente che cambia la pelle.
Al di fuori dell’Italia, e forse anche dell’attuale Europa mediterranea, un nuovo mondo è già nato, con nuove regole, nuovi attori, nuove lingue, nuovi mercati. Se non lo conosciamo, ne saremo tagliati fuori.
Viviamo il momento ideale per disegnare il futuro anche del mondo in cui viviamo. Vale per le nostre comunità, vale per le nostre famiglie, vale per le nostre aziende. Vale per la nostra vita.

Si è aperta una fase di grande cambiamento grazie alla fine di un vecchio mondo. Sta a noi ora decidere se vogliamo entrare nel nuovo mondo di cittadinanza 2.0.
Esso prevede il passaggio obbligatorio per l’indipendenza veneta. E per ottenere quest’ultima dobbiamo evitare gli esempi del passato che fatica a passare dei partiti falliti e dei loro esponenti.
Per ottenere l’Indipendenza Veneta dobbiamo fare nostre le regole del mondo moderno. E per farlo dobbiamo conoscerlo approfonditamente.

Gianluca Busato

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