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Indipendenza Veneta unica alternativa al pensiero croccante e al declino italiano

I veneti hanno il dovere di sostenere il progetto concreto per il loro futuro

Un agosto particolarmente caldo si appresta ad entrare nella sua ultima decade, mentre le notizie di casa nostra ed internazionali fanno da sottofondo al classico periodo di vacanze che la maggior parte dei veneti pare aver trascorso prevalentemente, se non del tutto, a casa propria.
Distrattamente si leggono le notizie che passano, quando alcune di queste sono gravi, anzi gravissime.
Come altrimenti commentare la morte brutale di 34 minatori sudafricani uccisi a freddo da un’azione di polizia sanguinaria, taciuta, o semplicemente ignorata dalla gran parte dei media italiani, che forse mal sopportano poliziotti neri che uccidono manifestanti neri. Per loro è quasi una non-notizia, anche se le scene di orribile macelleria che abbiamo potuto vedere non hanno forse paragoni con nessun altra brutalità in azioni di controllo dell’ordine pubblico.
Oppure la discesa negli inferi dell’oscurantismo più bieco da parte della Russia, che per volontà di Putin sceglie di condannare tre musiciste che avevano organizzato una manifestazione di opposizione politica in una chiesa, dimostrando tutta la propria debolezza e l’inconsistenza democratica di un grande Paese che merita un’emancipazione politica che oggi appare lontana, ancor più dopo l’arresto dell’oppositore del Cremlino Garry Kasparov che manifestava la propria solidarietà alle coraggiose Pussy Riot.
La settimana è stata ancora segnata dall’attacco contro il libero giornalismo, anche quando appare scomodo ai potenti del mondo, come Wikileaks, con il clamoroso incidente internazionale tra l’Ecuador che ha riconosciuto lo status di rifugiato politico a Julian Assange e la Gran Bretagna e la Svezia che cercano di assicurare il giornalista australiano più controverso del mondo moderno.
In un panorama mediatico internazionale così ricco di episodi clamorosi, la parte più grottesca spetta però alle notizie di carattere “interno” (speriamo per poco), dove un Monti sempre più alle corde parla di “stato di guerra” dell’Italia contro l’evasione fiscale, mentre nel contempo attacca addirittura la magistratura per difendere i privilegi della classe politica, ben rappresentata dalla sua massima istituzione, il capo dello stato.
Quanto asserito dal capo del governo in tema di evasione fiscale ci pare la classica notizia dell’uomo che morde il cane. Ma come fa il peggiore inferno fiscale del mondo a dichiarare guerra all’evasione? Intende forse eliminare anche l’aria che respiriamo? O forse metterci non più solo figurativamente ma anche nei fatti le catene e la palla al piede, trasformandoci da cittadini – anche se solo in forma illusoria – a schiavi anche nella forma oltreché nella sostanza, quali già siamo?
Ma con quale spudoratezza il primo esponente della casta politica, già consulente di Goldman Sachs, la prima a buttare a mare ogni speranza di salvezza tricolore, dismettendo il 91% dei titoli pubblici italiani che deteneva (forse perché ben conosce il nostro premier), oggi si erge a paladino dei più deboli e dei più giusti?
Crediamo che la crisi italica sia essenzialmente politica, di fiducia, oggi più che mai. E nessuna fiducia può essere riposta nella più inconcludente, fallimentare e corrotta pseudo-democrazia occidentale, avvitata in un declino oramai inarrestabile.
L’unica speranza che abbiamo per avere un futuro come ci spetta è di sostenere con grande forza Indipendenza Veneta, l’unico progetto politico concreto che oggi esista nel panorama politico veneto, l’unica alternativa legittima al declino italiano.
Spetta quindi ai cittadini veneti alzare la testa e rifiutare il ruolo di sudditi italiani, aderendo in massa al movimento per l’Indipendenza Veneta.

Gianluca Busato
Indipendenza Veneta

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