headermask image

header image

Elezioni politiche: effetto placebo o grande inganno? Il NON VOTO oggi è un dovere civico

Le elezioni politiche hanno effetti taumaturgici incredibili. Quasi quasi c’è da augurarsi che si voti ogni due mesi. Sono infatti sparite le notizie terribili che fino a un mese fa ci vedevano come il buco nero del mondo, il centro mondiale dell’inadeguatezza competitiva ai tempi moderni, il simbolo del sottosviluppo di un mondo ex-occidentale che scivola sempre più verso i lidi africani, l’immondezzaio del mondo civile.
Non fa più notizia Newsweek che ci sbatte in prima pagina, Almunia che minaccia di sbatterci fuori dall’euro. Non fa più notizia il dramma quotidiano dei giovani trentenni che non hanno più un futuro e ipotecano tutta la propria vita lavorativa al pagamento di un bilocale da sessanta metri quadri, quando gli va di lusso. Un’emorragia finanziaria mensile delle moderne sanguisughe che si chiamano stati elefantiaci succhiasoldi e ostili nei confronti di tutti noi.
Purtroppo questi maledetti stati sono spesso parte di noi, sembra quasi spiegato il mistero della compenetrazione dei corpi solidi. Siamo all’accattonaggio esistenziale nei confronti dei nuovi potenti, potenze virtuali quasi inafferrabili.
Calearo oggi è il nostro nuovo paladino politico, a leggere i giornali. Un altro che ha svenduto la propria anima in cambio di cosa? Di un bigliettino da visita con la o di onanismo e la n di nano politico puntate davanti al proprio nome e cognome che hanno tradito quel minimo di illusione che pure in qualcuno le sue parole avevano evocato? Non in noi a dire il vero, perché è del tutto evidente che anche le associazioni di categoria ormai sono parastato, nutrito in modo parassitario da privilegi e prebende che saccheggiano le nostre tasche.
Sempre a Vicenza ieri c’era addirittura chi nel nome del nord prometteva biascicando le autostrade gratis e la gestione in loco del 90% delle tasse. Salvo poi condannare l’euroregione di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Carinzia, Slovenia, Istria, perché…già, perché? Perché noi veneti non possiamo riunirci con Popoli vicini e amici, con cui abbiamo condiviso secoli di storia e relazioni?
Non vogliamo farne il nome, perché non lo merita e anche per non infierire verso il fantasma malato di uno pseudo guerriero, ma è triste vedere quello che solo qualche anno fa era da molti visto come la speranza di un cambiamento avvitarsi su se stesso, come un arbusto ormai rinsecchito nel deserto che ha creato attorno a sé.
Non fanno più notizia i mostri che prendono 6 mesi e 21 giorni per ogni stupro commesso con inusitata brutalità e violenza verso ogni bambina fino a collezionarne 25 per 14 anni in totale, che nella migliore delle ipotesi diventeranno 7.
Non fa più notizia, perché qualche giorno fa Veltroni ha promesso la castrazione chimica, ieri Fini i lavori forzati. L’innominabile ha invece evocato la lotta di liberazione del nord, ma solo dopo le elezioni. Aspettiamo Berlusconi che proponga la pena di morte, la lapidazione invece ce la aspettiamo da Gentilini (è un suo pezzo forte).
Quand’è che saremo noi veneti invece a lapidare questi esempi di incoerenza, incapacità e buffoneria politica?
Il 15 aprile noi tutti ci scopriremo se possibile ancora più poveri. La nostra classe media è oramai sparita, trucidata dallo stato italiano e da una classe politica sempre più famelica e intenta a grattare il fondo di un barile sempre più vuoto.
In attesa che almeno spariscano gli incantatori di regime, il Partito Nazionale Veneto ha per fortuna iniziato a dissodare il terreno, infestato dagli scarafaggi e dai vermi della politica italiana che stanno uscendo a godersi il Sole delle elezioni di primavera per poi subito tornare sotto terra a farsi gli affaracci loro a nostre spese.
Il non voto alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008 è un dovere civico.

Gianluca Busato

Partito Nazionale Veneto

If you liked my post, feel free to subscribe to my rss feeds