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Fuoco e acqua

Fuoco e acqua

Gli incendi in Italia. Nel periodo gennaio-agosto 2007 la Calabria (1.484) e la Campania (1.479) sono le regioni che hanno registrato il maggior numero di incendi; seguono Toscana (533) e Lazio (532). Tenendo conto del valore relativo alla superficie percorsa dal fuoco le realtà regionali che registrano il dato più elevato sono Abruzzo (con 20.359 ettari) e Sardegna (con 20.117 ettari). La Calabria, invece, ha raggiunto i 7.550 ettari di bosco percorsi dal fuoco, superata solo dall’Abruzzo con 7.792 ettari. Gli incendi hanno colpito maggiormente superfici non coperte da boschi in Sardegna (13.610) e Abruzzo (12.567). Valle d’Aosta (3), Trentino Alto Adige (4) e Friuli Venezia Giulia (41) risultano le regioni meno colpite dal fenomeno. Tenuto conto del valore relativo alla superficie percorsa dal fuoco, Sicilia (11.989 ha) e Calabria (6.367 ha) registrano in ogni caso il dato più elevato, seguite dalla Sardegna (3.895 ha).

Nell’ultimo anno è quasi raddoppiato il numero degli incendi che hanno interessato il territorio nazionale e il valore della media relativa agli incendi (calcolata rapportando gli ettari totali colpiti dal fuoco col numero totale degli incendi sul suolo italiano) è passato da 7,6 nel 2006 a 15,7 nel 2007. Colpisce, l’aggravarsi del fenomeno nel 2007: in Abruzzo, ad esempio, si è passati dai 42 incendi del 2006 ai 225 del 2007. La Calabria nel 2006 ha registrato 641 incendi mentre l’anno seguente ne ha subìto più del doppio, 1.484 (Dati Corpo Forestale dello Stato).

Incendiario e piromane. Dal 2000 al 2007 sono state denunciate complessivamente 2.641 persone e 105 sono state arrestate, con uno scarto tra denuncia e arresto alquanto significativo. L’anno che conta il maggior numero di denunce è il 2003 con 401 denunce (ma sempre pochi arresti, solo 14), mentre il 2004 è l’anno in cui sono state arrestate 22 persone, valore massimo nel periodo di tempo considerato. Sul totale degli arresti effettuati tra il 2000 e il 2007, per ben 29 persone soggette a custodia cautelare oppure ad arresto il movente risulta strettamente connesso a fenomeni di disagio personale e sociale. Dei 42 arresti, il cui movente è connesso alle attività che si svolgono nelle aree rurali e montane, 27 sono legati alla pastorizia; 15 arresti, invece, hanno riguardato incendi scoppiati a causa della ripulitura dei terreni avvenuta in zone limitrofe al bosco.

Il costo economico di un incendio. L’Università degli Studi di Padova ha calcolato un costo complessivo di oltre 500 milioni di euro ai danni dello Stato che pesano sulle tasche dei contribuenti: ogni anno ogni cittadino paga circa 10 euro pro capite a causa degli incendi. Oltre al danno economico, però, occorre considerare il danno ambientale: nel corso di un rogo si liberano in aria, in media, tra le 50 e le 100 tonnellate di anidride carbonica per ettaro. Gli studiosi hanno valutato gli effetti negativi da anidride carbonica, il gas prodotto con la combustione del legname: le stime parlano di circa 9 milioni di metri cubi di anidride carbonica.

Il 42% in media del volume d’acqua erogato viene disperso: si tratta di 10.550 metri cubi al chilometro, corrispondente ad un valore medio di circa un terzo di litro al secondo per chilometro. I valori rilevati spaziano tra un valore minimo del 22% nell’ambito territoriale piemontese ad un massimo del 73% nell’area abruzzesemarsicana. Con riferimento ai valori medi regionali si rilevano perdite inferiori al 30% in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Basilicata. Le perdite più elevate, superiori al 50%, si riscontrano nelle reti di Abruzzo, Campania, Puglia e Calabria. Per quanto riguarda le perdite annue rapportate al chilometro di rete, perdite medie annue inferiori a 3.000 mc/km si riscontrano in Emilia Romagna, Umbria e Marche, mentre valori superiori a 18.000 mc/km si registrano nel Lazio, Campania e Puglia. Il record spetta alla Campania, con ben 24.341 mc/km persi.