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I detrattori di Berlusconi

Scrivo questo articolo su ispirazione da un colloquio avuto con un amico, il quale ricevuta una email dal pnv, si è rifiutato di leggerla tutta, fermandosi alle prime battute, ritenendola di stampo “sinistroso-no-global ecc. ecc.”
Sapendo chi c’è nel pnv e le idee che vi sono non certo tali da ricordare quello stampo, mi sono incuriosito e sono andato a cercare a ritroso tra gli articoli presenti nel blog per trovare quello che probabilmente ha colpito il nervo scoperto del mio amico. E credo di averlo trovato, eccolo qui. Obiettivamente questo articolo prende di mira anche Berlusconi e forse ci è andato un po’ troppo sul pesante al punto da sembrare fazioso. Tanta protervia effettivamente poteva essere risparmiata perchè l’essenza dell’articolo non era poi così succulenta. Il fatto che lo abbia scritto il Segretario del pnv, e che egli sia assolutamente estraneo a posizioni “sinistrose-no-global, ecc. ecc.”, ne sono assolutamente certo, è un fatto irrilevante. L’articolo in effetti andava giù duro con l’attuale Presidente del Consiglio italiano, ed i suoi collaboratori, ma del resto li ha collocati in buona compagnia con il precedente Presidente del Consiglio.

Tuttavia occorre fare chiarezza, anche per altri che avessero letto in questo articolo (e magari altri diversi articoli) forme faziose contro una o un’altra persona: il pnv non è contro nessuno. Per il pnv queste persone sono, come dire, stranieri. Non vi sono motivi particolari di strumentalizzazione, perchè dietro un comportamento si dovrebbe sempre cercare il movente, e per il pnv non c’è movente alcuno di essere contro uno o un’altro.

Il fatto è invece che il signor Berlusconi ha fatto del personalismo una questione di politica, è una metodologia di marketing che possiamo spiegare in modo pacato e distaccato, poichè a noi del signor Berlusconi non può intetressare di meno. A noi di quello che pensa di fare in Italia non interessa. A noi interessa che il Veneto, e possibilmente la Venetia, escano dall’Italia che l’ha annessa, facendola passare da una forza straniera ad un’altra, quella italiana.

Sicuramente sul signor Berlusconi non si può negare una certa ammirazione per le capacità di emergere: pare che il suo esordio sia stato come intrattenitore e abbia fatto svariati altri lavori da “gavetta”. Per questo in molti, incluso il sottoscritto, gode di una certa simpatia. Non è possibile però negare il supporto avuto, come non è possibile scindere il corretto dallo scorretto in un paese che criminalizza l’iniziativa privata.
Ad ogni modo io credo che tutti noi del pnv faremmo ben volentieri a meno di parlare del signor Berlusconi, ma l’essere Presidente del Consiglio dello stato che ci tiene legati conduce all’inevitabile necessità di parlarne, e non ce ne abbiano gli innamorati di questa persona se per necessità non risparmieremo le durezze che abbiamo tenuto anche con il suo avversario, e ci auguriamo che non ci confondano con gli innumerevoli detrattori di una persona in quanto persona odiata, giacchè noi non odiamo nessuno, nemmeno i meridionali e neanche gli immigrati.

Allo stesso modo il faziosismo sinistra-destra è figlio di un piano di marketing. Sarete forse sorpresi, abituati a ragionare alla italian style, ma noi non siamo collocabili. Dovrete fare un piccolo sforzo per pensarvi voi non italiani o noi stranieri.

Il pnv è un partito non verticista, distribuito, che non ha alcuna collocazione ideologica ma si identifica in alcuni principi fondamentali di libertà e di rispetto delle persone e della loro volontà. Il pnv premia il rispetto della libera volontà senza ostruzioni limitata solo dallo stesso diritto negli altri. Un principio semplice, di poche parole, ma tanto intenso da attirare sia chi vede meglio una politica sociale come chi quella individualista, due idee in chiaro contrasto tra di loro ma al tempo stesso giustamente accolte nel pnv proprio perchè per essere onorevolmente rappresentativo di una popolazione non può essere ristretto ad una filosofia o peggio a una ideologia. Ed è proprio qui il punto, non c’è destra non c’è sinistra, ci sono idee che si confrontano, mentre le persone restano persone, esseri umani prima di tutto.

Ma la cosa più importante è che il pnv esiste solo per un obiettivo: realizzare l’indipendenza del Veneto e possibilmente di tutta la Venetia, anche perchè i partiti non dovrebbero esistere come entità autonome ma come semplici aggregazioni di persone che concordano un’idea per risolvere un problema, soddisfatto il quale il partito non ha motivo di esistere; mentre nello stato italiano (e oserei dire anche in Europa) i partiti sono entità che esistono a prescindere dai problemi.

L’indipendenza per cosa? Per garantire quei principi di libertà che già il pnv non troppo simbolicamente ha inserito nel suo statuto, per assicurare che la politica sia coerente con la nostra cultura e mentalità, per offrire un luogo dove vivere ed essere felici, per poter essere orgogliosi della propria nazione senza sentirsi parte di una popolazione che ci è aliena e di cui ci vergognamo.

Questo mio amico, un giorno mi disse: “Claudio, io non voglio essere più italiano” ed io dico, amico, amici, noi cerchiamo di segnare una strada, a voi il compito di collaborare, di crederci e di non lasciarvi impaltanare in sciocchi stereotipi fatti per vendervi un prodotto scaduto.

Claudio G.

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