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Italia = Birmania, blocco di internet: parola a Facebook

Facebook definisce estremo il progetto italiano di bloccare il contenuto della rete

Pubblicato giovedì 12 febbraio 2009 in USA

[Bloomberg]

12 febbraio – Il piú grande sito al mondo di interazioni sociali, Facebook Inc., ha affermato di essere preoccupato per la legge proposta dall’Italia che obbligherebbe i provider di internet a bloccare l’accesso ai siti web che incitano o giustificano un comportamento criminale.

“Non abbiamo esaminato il linguaggio della proposta di legge, ma i resoconti ci preoccupano” ha affermato Debbie Frost, portavoce di Facebook, in un e-mail. La legge è “paragonabile a chiudere l’intero sistema ferroviario di un paese a causa di alcuni discutibili graffiti in una stazione ferroviaria”.

La proposta di legge, che è passata in Senato la scorsa settimana, darebbe il potere al Ministero degli Interni di imporre ai provider di internet, inclusi Fastweb Spa, Telecom Italia Spa o Tiscali Spa, la rimozione del contenuto criminale entro 24 ore, pena una multa fino a 250.000 euro. I Pubblici Ministeri dovranno verificare il contenuto criminale prima che il Ministero possa agire, secondo la proposta di legge.

Il senatore italiano Giampiero D’Alia ha proposto la misura dopo che la stampa italiana, fra cui il quotidiano piu’ importante del pease, il Corriere della Sera, ha riportato che su Facebook c’era un gruppo di fans dei boss mafiosi di Corleone Salvatore Riina e Bernardo Provenzano, colpevoli di dozzine di omicidi, i quali stanno scontando sentenze multiple di ergastolo.

“Prendiamo molto seriamente i contenuti che incitano alla violenza e ci impegneremo a rimuoverli in fretta” ha affermato Frost. “Per ogni tema controverso postato su Facebook ci sono letteralmente migliaia di interazioni positive che promuovono la comunicazione, la socialità e il commercio”.

[…]

Lo scopo non è quello di bloccare siti come Facebook o YouTube se presentano un contenuto criminale, secondo quanto affermato ieri (10 febbraio, ndr) da D’Alia in un’intervista. Invece la legge intenderebbe costringerli a rimuovere pagine individuali o gruppi, ha detto il senatore. Il linguaggio della proposta di legge stessa non distingue fra il blocco di alcune pagine o di interi siti web.

La legge è imperfetta perchè i provider di internet non sono in grado di eliminare elementi singoli dai siti web, secondo quanto ha affermato ieri (10 febbraio, ndr) in un’intervista Marco Pancini, Consulente per le Politiche Europee di Google Inc., che è il propietario di YouTube. Se la legge viene approvata, comporterà il blocco di piattaforme intere, ha continuato Pacini.

MEDIASET, YOUTUBE

YouTube ha la capacità di eliminare materiale potenzialmente criminale o offensivo, ha detto Pancini, aggiungendo che le leggi che regolano il contenuto criminale esistono già in Italia. Una legge di aprile 2003 afferma che i materiali devono essere rimossi immediatamente non appena un sito web viene a conoscenza di materiale illecito nel suo dominio.

Il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, i cui alleati in Senato hanno approvato la legge, è il propietario di Mediaset Spa, l’ente televisivo privato piú grande d’Italia. Mediaset a luglio ha fatto causa a YouTube e a Google per aver distribuito illegalmente i contenuti televisivi privati della compagnia, richiedendo “almeno” 500 milioni di euro di danni. […]

Traduzione a cura di Italia dall’Estero: http://italiadallestero.info/archives/3301

Articolo originale: http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601085&sid=a6BncyT8RTLw&refer=europe

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