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Galan governator par altri diexe ani…BASTA ALA CASTA VENETA!!

 wowww! ca be£o: Galan governator par altri diexe ani…

BASTA ALA CASTA VENETA!!

CREEMO LA NOVA CLASE DIRIGENTE VENETA!

VIEN RENTO EL PNV!

COSTRUISI CO NALTRI EL PARTITO NAZIONALE VENETO PAR MANDAR CAXA STI BURATINI DEI PARTITI TALIANI!

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http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Galan-governatore-per-altri-due-mandati/1901217/6

IL PATTO DEL CENTRODESTRA
Niente riforma elettorale. Convergenza sullo statuto. Nuovi rapporti con i comuni

Galan governatore per altri due mandati

Paolo Possamai

Accordo con Formigoni per restare a Venezia e lasciare la presidenza della Lombardia alla Lega

VENEZIA. Galan a Venezia, Formigoni a Roma. Lettere e telefonate tra i due governatori in questi ultimi giorni tendono a sciogliere una incomunicabilità che dura da sempre e portano a uno scenario di reciproco interesse. Che a Galan garbi l’idea di vestire ancora a lungo i panni del doge lo dice tra l’altro l’esito del cantiere delle riforme in Regione. La commissione del Consiglio regionale veneto che deve scrivere la nostrana carta costituzionale ha in effetti messo in ordine una serie di vecchi e aggrovigliati nodi. Prima questione: la legge elettorale resta tale e quale, niente riforme. La seconda: sui princìpi e sui valori dello Statuto ci sarebbe una larga convergenza (salvo riserve della Lega sui temi della cittadinanza e dell’immigrazione). La terza: il rapporto tra Regione e Enti locali verrà riscritto a partire dalla legge Bassanini, re-distribuendo competenze e risorse. La quarta: sarà riformato il regolamento dei lavori consiliari, che oggi consente vere attività di filibustering da parte delle opposizioni. Infine, ma certo non da ultimo, emerge un orizzonte temporale sufficientemente preciso e condiviso: entro gennaio dovrebbe essere ufficialmente convocata la Commissione statuto, che a marzo dovrebbe portare il testo in aula per la prima lettura. La prima questione chiama in causa direttamente Galan. In buona sostanza, non vi sarebbe più una pregiudiziale circa una sua ricandidatura. Nemmeno la Lega pare più intenzionata a fare le barricate contro il quarto mandato del governatore. E qui viene in gioco l’incrocio con le vicende di Roberto Formigoni. La Lega mantiene la propria rivendicazione, chiede cioè di poter designare un presidente di Regione. Ma non punta più al Veneto, poiché sarebbe più semplice ottenere la ben più visibile e importante piazza di Milano. A liberare la poltrona sarebbe Formigoni, cui va stretta l’idea di procedere all’infinito alla testa della maggiore regione d’Italia. Formigoni pensa a Roma, pensa a un ruolo di profilo nazionale. La Lega dal canto suo non può che ringraziare, coltivando per la successione al trono in primis la candidatura di Roberto Maroni (e in second’ordine Roberto Castelli). Va da sé che ai colonnelli leghisti veneti la soluzione non piacerà, ma a Bossi non è ammesso rispondere picche.
Nel percorrere i propri e convergenti sentieri, Galan e Formigoni hanno colto l’utilità di un dialogo e di un reciproco sostegno. Ne hanno bisogno entrambi, anche per fronteggiare l’ondata nuovista che imperversa nel campo del centrodestra. I ventenni spuntati nel giardino dei Circoli brambilliani hanno chiesto senza mezzi termini la testa della «vecchia guardia», citando per l’appunto i cinquantenni Galan e Formigoni. I colonnelli berlusconiani giocano insieme per fare quadrato. Difficile dire, ovviamente, quali esiti avrà il rimescolamento di carte avviato dal Cavaliere, ma appare evidente che Galan e Formigoni hanno più probabilità di cadere se sono colti come individui isolati.
Un ultimo aspetto va poi tenuto in conto. La maggioranza di governo alla Regione Veneto appare orientata a non toccare l’attuale legge elettorale. Il tanto vituperato «listino» del candidato presidente sta bene in fondo a tutti. Basti pensare che la Lega conta 4 consiglieri eletti nel listino (oltre ai 7 ottenuti nella quota proporzionale), 3 ne ha Alleanza nazionale, 2 hanno la casacca Udc, 4 appena sono i rappresentanti di Forza Italia (incluso il presidente). Posti che il centrodestra ritiene blindati, dati i livelli di consenso storici della Casa della libertà nel Veneto. Ben più dura sarebbe se tutti i posti in Consiglio fossero effettivamente messi in palio per le liste e per i consiglieri che prendono più voti. Quanto all’opposizione, il mantenimento dell’attuale legge elettorale non dispiace in particolare ai piccoli partiti che temono l’innalzamento della soglia di sbarramento.

(07 dicembre 2007)

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