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I rifiuti italiani in Veneto, la prima purga solidale del federalismo tombale statalista e catto-comunista

Galan continua a tradire il Veneto e assieme ai suoi alleati regge il sacco alla futura Repubblica Federale Sovietica d’Italia.

Sul tema del conferimento di rifiuti italiani in Veneto, il governatore Giancarlo Galan si conferma servo peloso di Roma. Capiamo bene che egli è come minimo “ubbidiente” nei confronti del capo del governo italico dei miracoli e degli effetti speciali, dato che per lungo tempo ne è stato sul libro paga, ma passa molta strada da qui a tradire il Popolo Veneto facendo entrare i rifiuti italiani che sono un’offesa al nostro senso civico, oltreché una insensata azione di irresponsabilità politica verso il malaffare di chi non ha voluto gestire l’emergenza laddove si è verificata.
Ecco che gli attori presenti nella Regione Veneto si dimostrano deboli e dalla schiena molla, o forse peggio. Di sicuro non sono assolutamente in grado di difendere i nostri interessi messi sotto scacco da un’Italia coloniale e ingrata verso i veneti.
Temiamo inoltre che questo sia solo l’inizio di un impalamento amaro per la Repubblica del Leone, che sarà confezionato con l’oscenità del “federalismo fiscale” et “solidale”, un autentico ossimoro tridimensionale, una contraddizione in termini tripartita che noi preferiamo chiamare “federalismo tombale”, visti i contenuti anticipati dall’ineffabile Calderoli del relativo disegno di legge delega, che sembrano appunto la tomba di ogni speranza di libertà per il Popolo Veneto.
Al di là della boutade sui finanziamenti per Roma capitale, emerge una chiara impostazione del ddl sul federalismo imbevuta di statalismo e centralismo e tendenzialmente catto-comunista. Ecco che il termine “tombale” ben si adatta anche alla cultura di morte “putiniana” fatta propria da Berlusconi, amico e alleato dell’uomo forte di Mosca, unita a una visione cimiteriale generale delle ambizioni di autogoverno veneto.
Altro che federalismo, questo ddld Calderoli appare un pamphlet più adatto alla pianificazione sovietica che una riforma adatta a risolvere la Questione Veneta, insomma.
Lo stato fa infatti tutto: dalla determinazione dei servizi essenziali (sanità, assistenza, istruzione, ma anche, incredibilmente trasporto pubblico e molto altro ancora) e del loro costo standard, alla determinazione dei tributi propri derivati e dei trasferimenti dal fondo perequativo per coprire i costi standard dei servizi essenziali. Lo Stato determina la capacità fiscale di ogni Regione, e in base a questo “perequa” le risorse delle Regioni perché queste abbiano risorse pari ai costi dei servizi determinati dallo stato.
Le prime anticipazioni sembrano insomma sostituire l’attuale sistema-gruviera basato sul rimborso ex post della spesa storica e dei suoi puntuali buchi di bilancio ad un “innovativo” sistema di pianificazione statale comunista in cui dal Centro si determina il costo dei servizi e si fanno arrivare i soldi necessari per pagarli.
Non si comprende ancor bene infine come sarà invece alimentato il fondo perequativo. Speriamo non avvenga grazie all’appiattimento ad un unico livello di tutti i finanziamenti regionali, permettendo così il miracolo dei veneti che pagavano le tasse in Regione Veneto per finanziare il clientelismo italiano.
Bisogna infine dire che un favore questi signori ce lo fanno ed è enorme: lasciano infatti sempre più deserta l’alternativa politica alla nostra indipendenza :- )

Partito Nazionale Veneto

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