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Caso Englaro, ovvero Italia contro Friuli-Venezia Giulia, il centralismo imperiale contro le autonomie

La sconfitta della linea autonomista passa per l’atto di forza di Roma doppia capitale africana contro Udine, fiera sostenitrice del civismo europeo

Il caso Englaro è un fatto che va oltre la spettacolarizzazione della politica, il caso di coscienza, la divisione attorno ai valori.
Le parti sono chiare, su questo non c’è dubbio. C’è solo l’imbarazzo della scelta tra le dicotomie che travalicano la politica e anche la religione, entrando nella filosofia e nell’umanità più alta.
Destra-Sinistra, Chiesa-Stato, Vita-Morte, Libertà-Schiavitù, Politica-Giustizia, Laicità-Religione.
Non vogliamo sostenere l’una, o l’altra ragione di coscienza, non perché le nostre idee non siano chiare e certe, ma perché non faremmo onore alla parte che sosteniamo.
Limitandoci al “politico”, dobbiamo dire però che lo stato italico non poteva trovare tema migliore di questo per cercare di sopravvivere al proprio fallimento storico e economico, il prossimo grande cadavere cui si sta cercando di praticare l’alimentazione forzata attraverso il furto del nostro futuro Veneto.
Già, per il governo e per lo stato tricolorito, mantenere in “vita”, se tale può essere chiamata, Eluana, significa un pò mantenere in vita artificiosamente sé stesso.
Il simbolismo violento c’è tutto, la coscienza invece no.
Lo dimostra lo strappo di Renzo Tondo, governatore del Friuli-Venezia Giulia, insospettabile “compagno” di partito del Premier, del quale non condivide le scelte.
Già, ma Tondo è qui, risponde ai friulani, il Premier è lì e risponde a due centri di potere temporale, lo stato italiano agonizzante e il Vaticano, che pure a salute non sembra stare benissimo, se deve riabilitare i rifiuti della storia per sopravvivere a un’evidente crisi di secolarizzazione europea. Due parassiti che si nutrono l’uno dell’altro. Con ciò nulla togliendo all’altissimo ruolo religioso che ha San Pietro per l’umanità intera, ma non volendo nemmeno nascondere la Sua dimensione politica, che spesso ne contraddice la vocazione cristiana, come ben sapeva la Serenissima Repubblica di Venezia.
In termini spregiudicati, eppur reali, il Vaticano ha l’interesse geo-politico estremo di trascinare l’Italia in Africa, il Friuli-Venezia Giulia ha l’interesse nazionale supremo di restare in Europa, nella MittelEuropa che ne rappresenta l’età dell’oro.
Venetia, come puoi tu parteggiare per Roma? Non è infatti un caso che siano i ministri veneti ad avere l’ingrato compito di risolvere questo intrigo.
I lavori sporchi spettano sempre ai peggiori, ai collaborazionisti, che portano su di loro l’onta del tradimento e l’onere di portare la croce del colonialismo.
Che sia Roma a risolvere le proprie contraddizioni e il proprio dramma di centro morente, non rivestiamo noi Veneti di velluto il suo pugno di ferro contro Udine, sconfiggendo così l’utopia autonomista all’interno di un’Italia che può vivere solo uccidendo le diverse sensibilità civiche che vi albergano.
Solo l’indipendenza può salvarci e ridarci la speranza nella vita, nel futuro.

Gianluca Busato
segretario Pn
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