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TV spazzatura

TV spazzatura, se la conosci la eviti

TV spazzatura, se la conosci la eviti

Copio e incollo un commento fatto in un blog svizzero sulla TV spazzatura, un commento che vale bene anche per le Venezie.

La TV è sicuramente una avvelenatrice, ma dipende dai modi in cui viene dosata. Io ricordo che quando ero ragazzo c’erano trasmissioni in cui si accendevano i riflettori sui giovanotti che facevano successo (in USA) grazie al loro ingegno e allo studio. All’epoca era di moda l’elettronica e tutto il bene che da essa si ricavava (pareva che tutto si potesse fare con essa), e ben presto il mondo dei computer. Allora per noi ragazzi quelli erano i gli esempi di successo, ed essi indussero schiere di ragazzi ad iscriversi alle scuole tecniche e ingegnarsi a fare cose utili.
Oggi ci sono trasmissioni in cui si mettono sotto i riflettori delle persone scarse (possibilmente idiote) ma belle, mostrando un mondo popolato da vizi, ozio, e insulse scaramucce. Pure io, che guardo la tv per 10 minuti al mese, sono riuscito a vedere casualmente queste cose, tanto ne è satura.
Questi sono gli esempi, e il metro di paragone di oggi, non stupiamoci dunque che vi siano tanti idioti per le strade che si atteggiano e sperano nei soldi facili ottenuti con l’apparire.
Del resto è notizia di oggi che in Italia il primo ministro ha promesso a delle “veline” (così si chiamano quelle ragazze da esposizione) che Si, una di loro sarà scelta, e potrà essere candidata alle elezioni europee.
Insomma, il momento che pur nella sua limitata miseria permette di dare quel minimo di spazio alla libertà di scegliere è stato ridicolizzato ad uno show a premi.
Ma forse, per l’Italia, è una modalità coerente con il sistema politico a libertà limitata in cui la classe politica blindata si autoreferenzia nominando chi le fa comodo, al limite il belloccio televisivo: basta la figura, il resto è optional.
In Svizzera, ma in particolare in Ticino, si guarda molto le tv italiane, ed allora è bene chiedersi quanto sono i cambiamenti sociali frutto dell’osmosi culturale trafilata dal modello televisivo proposto?

Claudio G.

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