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IL PERMESSO DI ESSERE LIBERI

2824114435_a8b6e2cb57di Gianluca Panto

Dopo l’autunno nero del 2008 ed un anno di purga ecco che, come previsto, assistiamo allo sbandierare giulivo la fine della recessione da parte dei media.
L’anno non è ancora finito, dobbiamo fare i conti con una recessione estremamente profonda, intorno al -5% che già si azzardano fantasiose previsioni di crescita per l’anno venturo.
La crisi è finita ma, giusto per pararsi , non si sa mai, meglio affermare che la ripresa ci sarà ma che essa sarà lenta, intanto dai numeri risulta che l’Italia insieme alla Francia dimostra la migliore vivacità.
Premesso che ad essere disfattisti non ci guadagna nessuno, ci va benissimo che i media e se vogliamo anche la classe politica italiana abbiano la carità di restituirci almeno quel pò di ottimismo che loro stessi ci avevano rubato a partire dall’autunno scorso.
I primi dopo aver affondato il coltello nella piaga nel descriverci ogni minimo particolare del fallimento della Lehman Brothers tra cui il colore degli scatoloni che i dipendenti utilizzavano per lasciare i propri uffici e tornarsene a casa disoccupati.
I secondi colpevoli di non avere cambiato sostanzialmente nulla .
Troppe le variabili internazionali che influenzano l’economia globale per poter sperare di incidere favorevolmente sul nostro sistema produttivo, avranno pensato loro, tanto vale aspettare, inermi.

Nel frattempo provate voi ad avere una azienda nel Veneto adesso.

Cali di fatturato spaventosi, nell’ordine del 30-40% , una cronica scarsa patrimonializzazione delle nostre imprese, un sistema bancario spesso in conflitto con gli interessi del territorio ed un fisco vorace inducono qualsiasi persona che abbia un poco di capitale e capacità imprenditoriale a chiedersi seriamente se valga davvero la pena rischiare i propri soldi e metterci la propria vita, il tempo, sacrificare la famiglia, gli affetti, il tempo libero, gli amici, per buttarsi anima e corpo in qualche attività dove se ti va bene sei un ladro e se ti va male ti sta bene.

Questo purtroppo è il nostro Veneto di oggi.

Teoricamente è il paese più bello del mondo, pianeggiante, con una serie di città d’arte ed industriali tra loro vicine, il mare a due passi, le Dolomiti ad un’ora di macchina, un bel clima, una cucina ed una qualità della vita invidiabile, i ristoranti in collina, i campi di golf, la mountan bike sempre pronta da inforcare .
Praticamente invece non è così.

La colpa è degli italiani e dei veneti che lasciano agli italiani il potere di fare della nostra Regione quello che vogliono.

Populismo ? Non credo.
Prendiamo il sistema fiscale.
Siamo circondati da stati con una tassazione per le imprese che và dalla metà a meno della metà della nostra.
Austria 25% , Slovenia 20% , sono forse piu’ bravi di noi come cittadini ed imprenditori?
Il governo Berlusconi nel 1994 e nel 2001 , per ben due volte , si è fatto falso paladino di una riduzione della tassazione, promessa mai attuata e mai mantenuta.
Guardiamoci in faccia , pensiamo davvero che dentro questo contenitore -stato Italia- ci sia davvero ancora spazio per cambiare le cose, per cambiare qualcosa?
No, in Italia il partito delle tasse è troppo ben rappresentato in tutti gli schieramenti politici e così sempre sarà.
Ci sono troppi privilegi da conservare a cui nessuno vuole rinunciare. E questo non solo all’interno nella classe politica.

Siamo oppressi, noi delle PMI venete da un capitalismo famigliare italiano troppo radicato, che ingessa e congela le scelte economiche . Esso ha il solo interesse a mantenere la pace sociale e a non cambiare assolutamente nulla dello staus quo.

Anche la Chiesa in Italia svolge purtroppo un ruolo congelante da cui i paesi anglosassoni, beati loro, si sono liberati dai tempi di Enrico VIII ed ora la Chiesa Anglicana ed il sistema dei college di Oxford e Cambridge sono i migliori del mondo.

In Italia il circolo vizioso favorevole meno tasse, piu’ investimenti è inattuabile.
Troppo alto il debito pubblico, impossibile ridurre la spesa .

Non trovo sinceramente da nessuna parte la minima traccia di quelle tre condizioni necessarie ad un paese per avere l’opulenza descritta da Adam Smith, fondatore del pensiero economico moderno che sono: la pace, una tassazione leggera ed una buona amministrazione della giustizia.
E non ci sarà mai modo di vederle, stante la granitica perpetua ed infinita cristallizzazione del tutto che permea il nostro paese , ora e sempre .
Con la competizione che c’è nel mondo globalizzato , in questa situazione il Veneto è condannato ad un futuro di declino inevitabile.
All’interno di questo sistema, creatività , curiosità, duttilità e cambiamento, per usare parole assai care al sociologo Alberoni, sono parole prive di senso.
Ma le persone creative si rigenerano in continuazione, sono sempre nuove, sempre giovani.
Noi così vogliamo essere e siamo sicuri di averne la capacità, ma per metterle in atto dobbiamo lasciare da parte la nostra pigrizia e la nostra ingenuità ed uscire dai nostri gusci.

Dobbiamo lottare contro questa Italia e smetterla di farci fregare, e scusate le parole forti.
Ci siamo resi conto una volta per tutte che con loro non si va da nessuna parte?
Se lasciamo fare agli altri vorrà dire che saremo sempre noi i responsabili dei nostri insuccessi.
Dobbiamo quindi rimboccarci le maniche e cominciare a lavorare per costruire il Veneto indipendente .

“Non abbiamo bisogno di chiedere il permesso per essere liberi”, ecco questa frase che si legge su un muro di Porto Marghera è uno slogan mi sembra che possa fare al caso nostro.

Non che lo voglia usare, è proprietà altrui, ma in questo caso mi suona bene .

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