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Dicotomie della prospettiva.

Oggi il presidente della ECB, messer Jean-Claude Trichet, all’Univerità di Venezia ha dichiarato che l’Italia se ne uscirà meglio di quello che pareva all’inizio della crisi, sostanzialmente facendo fede sulla capacità degli imprenditori di riuscire a riemergere, ma anche raccomandando al governo riforme, in particolare sul mercato del lavoro, che dovrebbe premiare la produttività. Insomma la solita tiritera: le imprese ce la mettono tutta, ma il governo è bananiero.
Il passo che però mi colpisce è il seguente:

Looking back over the past year, Trichet pointed-out that “the international financial crisis demonstrated how healthy private finance was in Italy. And this was because it never got swept up in the financial excesses of the recent past.”

Guardando indietro al recente passato, Trichet ha osservato che “la crisi finanziaria internazionale ha dimostrato quanto sana fosse la finanza privata in Italia. E questo è stato perché non ha mai spazzato negli eccessi finanziari del recente passato.”

Sicuro, forse non ci saranno stati eccessi finanziari, ovvero operazioni di finanza sulla finanza (certo che Unicredit mica ha scherzato!), fatto stà però che comunque c’è qualche cosa che smentisce la solidità finanziaria dei privati a sentire le dichiarazioni del messer Corrado Faissola, presidente dell’ABI, che all’audizione sulla Finanziaria ha detto: “ad agosto 2009 le sofferenze lorde delle banche italiane sono risultate pari a 51,8 miliardi di euro”, a un livello cioe’ “al limite del sopportabile”.
Precisando che “I prestiti inesigibili nei bilanci delle banche italiane sono ormai a livelli intollerabili e le svalutazioni potrebbero raggiungere il livello complessivo di 20 miliardi di euro (29.52 miliardi di dollari) per l’intero 2009”.

Ma in molti giornali, e non solo italiani, oggi si è strombazzato il titolo Trichet: l’Italia ne uscirà meglio di quel che pareva.
Non so, ho come l’impressione che i conti dovranno essere fatti alla fine.

Claudio Ghiotto

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