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I muri tondi dell’ovest e l’indipendenza della Venetia

Si apre una stagione di speranza per i veneti, il vecchio mondo sta per finire

Immaginatevi per un attimo quei berlinesi dell’est a metà degli anni ’80, o anche solo a metà del 1989, mentre vivevano in un regime brutale, che li privava di libertà fondamentali. Essi erano oppressi da un terribile sistema di spionaggio che contrapponeva i vicini di casa e divideva persino le famiglie, pur di controllare le loro opinioni ed attività. Oppure pensate agli sloveni nello stesso periodo, o anche nell’anno e mezzo successivo, o ai lituani, o agli estoni che sempre in quegli anni erano “cittadini” sovietici.
Chi di loro poteva mai pensare che stava per avvenire qualcosa di grande, un evento inaspettato di nome libertà, in così poco tempo?
Perché in alcuni periodi storici avvengono cose grandi e in altri invece il tempo e le situazioni sembrano immutabili? Una risposta certa ovviamente non c’è, ma è evidente che le congiunture globali e il cambio degli equilibri internazionali portano con sé anche ondate di novità e lo sblocco di movimenti che fino a poco tempo prima parevano impossibili da ottenere.
Oggi, nel 2010, ci troviamo di fronte a uno scenario molto simile a quello della fine degli anni ’80 del secolo scorso.
Allora il nuovo equilibrio internazionale che si stava andando a formare era quello successivo alla seconda guerra mondiale, con la contrapposizione USA-URSS, ovest-est.
Venne meno allora una delle due parti, l’URSS e il blocco dell’est. Con esso nacquero nuovi stati, che finalmente poterono divenire indipendenti.
Oggi è l’ovest a vivere una situazione molto simile. Scozia, Fiandre, Galles, Catalunya, Euskadi, Bretagna, Baviera, Tirolo, Venetia stanno per affrontare una stagione molto simile a quella già vissuta da Lituania, Lettonia, Estonia, Cekia, Slovacchia, Slovenia, Montenegro.
Per decenni i grandi stati dell’Europa occidentale hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Per decenni Germania, Italia, Francia, Regno Unito, Spagna hanno tenuto sotto controllo politico i Popoli che reclamavano libertà grazie a politiche di assistenzialismo e clientelismo, che qui da noi hanno trovato la massima espressione. Oggi i nodi stanno per venire al pettine. I bilanci di questi stati sono al collasso. E il peggiore tra tutti, tanto per cambiare, è quello di ITA.
Non vi sono potenze, od organizzazioni mondiali che nel 2010 possono salvare dalla caduta rovinosa questi stati marcescenti. Un nuovo mondo sta nascendo e con esso un nuovo equilibrio.
Un mondo globalizzato, un mondo senza gli intermediari di ora, di nome Madrid, Roma, Parigi. Un mondo in cui gli alti muri tondi che ci tengono all’interno di ITA saranno abbattuti, magari in una sola notte, così come in una sola notte nel 1989 è stato abbattuto il muro di Berlino. Un mondo multipolare, basato su reticoli di piccoli stati, veloci, snelli, efficienti.
Saranno essi a comandare nei fatti, al di là dei proclami, a vincere contro il banco.
Nessuno di noi può sapere quando con certezza. Ciò che è ovvio è che avverrà. Anzi sta già avvenendo, basta saper guardare i segnali.
Perché allora puntare sul cavallo perdente?
Perché allora continuare ad elemosinare a Roma autonomia e statuto speciale per il Veneto, con il cappello in mano, ben sapendo che tra pochi anni, forse mesi, sarà proprio ITA ad essere con il cappello in mano?
Non capiamo proprio questi politici, cresciuti ed educati in un’altra epoca storica e ci troviamo di fronte al compito di non essere troppo crudeli con chi non accetta di fare un passo indietro.
Ma vale la pena di essere troppo buoni? A che pro? Non è meglio a questo punto lasciarli morire e con loro chi non capisce o non vuol capire?
Il Partito Nasional Veneto fino ad oggi ha raccolto cifre elettorali esigue, ma noi oggi sappiamo di trovarci come erano a Lubiana nel 1987, o nel 1988.

Il numero vincente non si cambia mai. Noi puntiamo sull’indipendenza. E subito, senza passaggi per il bordello romano, che ormai fatica a pagare i propri debiti e le proprie puttane.

Un consigliere regionale in più, o in meno, non cambia nulla rispetto all’obiettivo che era, è e resterà l’indipendenza del Veneto.

Gianluca Busato
Segretario PNV

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