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Decine di migliaia

Ormai ci siamo abituati: parlare di indipendenza non è più tabù. Grazie alla decente esposizione mediatica dovuta a questa campagna elettorale, il nostro candidato Gianluca Panto e altri esponenti del PNV sono riusciti a ulteriormente sdoganare la possibilità concreta di uno stato veneto indipendente.

Anche i quotidiani italiani si sono adeguati e parlano sempre meno di autonomismo e statuto speciale, e sempre più di indipendentisti veneti. L’informazione viaggia, e notiamo come la gente veneta non reagisce più al nostro programma come se fosse un’utopia pazzoide, ma come una appetibile alternativa da prendere perlomeno in considerazione. Forse complice la crisi, i veneti (di tutte le età e di diversi background politici) si rendono sempre più conto che l’indipendenza non è un rinchiudersi nel passato, ma è invece un salto verso un futuro europeo senza dogane, verso un’amministrazione civile, verso il progresso. Abbiamo tutti una gran voglia di costruirci uno stato di cui andar fieri. Lo sentiamo nel sangue, perché in passato lo abbiamo anche avuto uno stato che non ci era antagonista nella nostra vita quotidiana. Lo rivogliamo, e al passo con i tempi.

In questi ultimi giorni di elezioni rischiamo di dare per scontato tutto questo successo finora ottenuto. Si pensa ai manifesti, al volantinaggio, alle potenziali percentuali di voto, ma ci dimentichiamo di quanta strada siamo riusciti a percorrere in così breve tempo:

  • Tre anni fa, subito dopo l’abolizione del tanto odiato reato di opinione, le persone che parlavano apertamente in pubblico di indipendenza erano ancora solo qualche decina.
  • Due anni fa, con un neonato Partito Nasional Veneto, ci sembrava impossibile che centinaia di persone sottoscrivessero (con nome, cognome, data di nascita e indirizzo) il nostro appello per l’indizione di un referendum per l’indipendenza.
  • Un anno fa, gli indipendentisti dichiarati si contavano a migliaia. Oltre al risultato rompighiaccio ottenuto dal PNV alle provinciali del 2009, su facebook i veneti sottoscrivevano chiaro e tondo (con nome, cognome, data di nascita e foto) il gruppo Voglio l’indipendenza del Veneto.
  • Quest’anno con le regionali, gli indipendentisti dichiarati saranno decine di migliaia.

La percentuale esatta che otterrà poi il PNV sarà veramente un traguardo secondario. Pensiamo che solo un 1% dell’elettorato vorrà dire che perlomeno 30mila veneti si saranno espressi a favore di uno stato veneto indipendente. Per la prima volta i veneti, da Rovigo a Belluno, e da Verona a Venezia, hanno la possibilità di dichiarare con forza la loro appartenenza a un popolo che pretende una propria dignità in Europa.

Aspettando l’esito del voto credo che questa inevitabile crescita esponenziale sia motivo di orgoglio non solo per noi del PNV, ma per tutti gli indipendentisti. Ci sono altre forze indipendentiste che hanno criticato la nostra scelta di percorrere la via elettorale per perseguire il nostro obiettivo referendario, questo perché implicitamente ammette lo status quo italiano. Forse hanno ragione loro, ma perlomeno siamo riusciti a sfruttare al meglio i riflettori mediatici di queste settimane per far crescere il consenso per la nostra comune causa.

Esistono anche alcuni indipendentisti convinti all’interno delle forze politiche italiane. Oltre alla Lega, anche il Pdl e alcuni partiti di sinistra contano tra i loro iscritti qualche indipendentista convinto. Loro hanno optato per una tattica più pragmatica e di lungo termine, ma l’entusiasmo dirompente del nostro messaggio ha avvicinato l’obiettivo comune anche per loro. In un’elezione con esito quasi scontato, una buona prestazione del PNV non può che far piacere a tutti.

Non riusciamo a nascondere il nostro ottimismo per le prossime tappe che ci aspettano dopo questa nostra prestazione regionale. Abbiamo preso gusto a presentare il nostro progetto quasi ogni sera in diversi paesi di questo nostro vasto territorio. Il gruppo è affiatato e il percorso storico sta dalla nostra parte. Il prossimo anno i sostenitori di uno stato veneto indipendente si conteranno in centinaia di migliaia.

Ne sono certo.

Lodovico Pizzati
Presidente – PNV

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