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Contro l’arroganza del Potere: la disobbedienza civile del bogón

VERONA (8 giugno) – L’Audi A6 andava a 190 all’ora di media in autostrada fra Verona e Brescia, il sistema Tutor l’ha rilevato, la polizia stradale di Vicenza ha inviato una multa da 370 euro, con taglio di 10 punti della patente, ma quella multa non sarà mai pagata. Quell’Audi A6, sorpresa il 22 febbraio sul tratto fra Verona e Brescia fa parte infatti delle auto in uso al Comune di Verona e il sindaco Flavio Tosi ha inviato una lettera alla polizia stradale dicendo che è usata dalla sua scorta e chiedeva l’archiviazione della pratica. (qui)

Percorro quotidianamente tratti dell’autostrada A4 tra Verona e Padova e non avete idea di quante auto blu mi capiti di incontrare, purtroppo. Dico purtroppo perché la caratteristica comune a tutte le auto blu che incontro è sempre quella: la velocità criminale unita a un’irreferenabile voglia di avere la corsia tutta per loro. L’auto blu e il suo andare spavaldo sono uno dei segni più visibili e più facilmente riconoscibili per tante persone dell’arroganza del Potere. Potere che si ritiene al di sopra di noi plebaglia e che ci tratta semplicemente da sudditi. Piccoli e insignificanti sudditi utili solo per essere spremuti e tartassati per la maggior gloria del Potere Parassitario Italico. Tosi fa parte della suddetta cricca italica e quindi non mi stupisce che anche lui consideri se stesso più uguale degli altri.

Percorro quotidianamente tratti dell’autostrada A4 tra Verona e Padova e, scusate l’italianismo, mi sono rotto i coglioni di abbassare la testa di fronte all’arroganza del Potere che venendo sparato da dietro sfanala come un pazzo per poter passare, sempre e comunque. Me li ritrovo sempre attaccati dietro che, mentre sorpasso ai 130 massimo 140 km/h, pretendono che io faccia chissà quali manovre da pirata per farli passare subito. Luri, poarini, i ga freta. Tronfi della certezza di essere al di sopra di noi sudditi, pretendono la loro corsia preferenziale anche in autostrada.

Ecco perché io da tempo attuo una sorta di disobbedienza civile. Contro l’arroganza del potere io oppongo la disobbedienza civile del bogón (chiocciola, lumaca). Ossia, quando mi vedo arrivare sfanalanti queste auto blu dell’arroganza e sono in corsia di sorpasso, me la prendo molto comoda a sorpassare. Dovete vederli come sfanalano disperatamente, come cercano in tutti i modi di sorpassare il pazzo che non si sposta come tutti gli altri sudditi. Esorto dal profondo del cuore anche voi ad attuare la disobbedienza civile del bogón perché, appurato che loro sono al di sopra della legge di questo stato cadaverico parassitario, non possiamo piegare anche la nostra dignità. Si parte da queste piccolissime cose e piano piano ci si rende conto che si può essere liberi, che loro non sono invincibili, che non ci fanno paura!

Proud to be bogón!

Luca Schenato
Pnv Verona

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