headermask image

header image

Wikigossip

Su Wikileaks e Julian Assange penso tutti sappiate i fatti, non è compito di chi scrive in queste pagine fare giornalismo ma accoppiare informazione con opinione per stimolare la pubblica riflessione.
Mi limito a farne un rapido riepilogo, anche per rettificare ciò che i veri giornalisti di alcune testate hanno sbagliato a riportare, complice forse la loro scarsa comprensione della lingua inglese, complice forse la loro scarsa conoscenza dei modelli informatici (cui questa storia ne è pregna) complice forse la superficialità con cui viene gestito il lavoro di giornalismo in Italia.

Julian Assange, un ex hacker australiano e principale co-fondatore di Wikileaks, un sito che permette con buona segretezza di conferire informazioni riservate che poi sono vagliate e pubblicate, è nell’occhio del ciclone mosso dal recente rilascio di decine di migliaia di cablogrammi (comunicazioni riservate) tra sedi diplomatiche, in particolare partite dal suolo americano.

Wikileaks era nata inizialmente per consentire a dissidenti cinesi di poter contrastare l’assolutismo politico del governo di Pechino, aggirando il famoso “great firewall”, una sorta di muraglia cinese informatica. Wikileaks aveva come missione quella di contrastare le azioni opache di compagnie multinazionali che spesso operano con la forza di piccoli stati tanto è il loro giro di affari, oltre che aiutare a contrastare il muro di silenzio dei governi autoritari e dittatoriali del mondo.
Come ci siano finiti i documenti riservati, e de facto il coinvolgimento del governo statunitense, ad un livello che lo equipara a quello delle dittature del mondo, è una interessante considerazione da non trascurare.

E’ certo che da lì in poi, ovvero da quando erano stati inizialmente rilasciati alcuni documenti riservati di fonte USA, Assange era finito nel mirino della CIA e del Pentagono, ma i fatti recenti corrispondenti al rilascio di una massiccia quantità di cablogrammi (comunicazioni riservate e cifrate tra sedi diplomatiche) hanno scatenato una richiesta di condanna (non è ben chiaro però se ufficiosa o ufficiale) di Assange. Certamente se la sono fatta sotto sia Visa che PayPal congelando i conti di Wikileaks asserendo l’attività “illegale”, e qualcuno deve avere detto loro che l’attività di Wikileaks è illegale.
Che lo sia realmente ciò è da capire, come dicevo.

Assange vive da tempo con l’assillo di essere colpito per questioni “politiche”, infatti ha inserito tra i files riservati uno che ha chiamato “salvavita”, criptato con una chiave AES da 256 bit è praticamente impossibile da estrarre con la forza bruta. Assange afferma che tale documento conterrebbe informazioni molto critiche per la sicurezza americana e che la chiave di apertura di questo documento è stata consegnata a diversi soggetti anonimi di fiducia che provvederebbero a decriptare il contenuto e divulgarlo se Assange morisse.

Da certi punti dui vista il cavillo per intrappolare Assange pare essere stata una accusa di “impropria condotta sessuale” (e non stupro, come molti giornalisti italiani continuano a scrivere) partita da due donne svedesi che avevano avuto un rapporto (consenziente) con lui, e lo accusano di non avere usato il condom e temono di avere contratto malattie sessualmente trasmissibili. Con questa motivazione volevano che Assange si sottoponesse ad un esame medico, cui Assange si è sempre rifiutato.

Il suo rifiuto si allinea peraltro alla sua decisione di non accettare di essere fotografato (schedatura), consegnare impronte digitali e campione del DNA, dalla polizia inglese che lo ha arrestato ieri su istanza di un mandato europeo per interrogazione emanato dall’autorità giudiziaria svedese in ragione di quei fatti. Fatti ripresi da un importante avvocato svedese assunto dalle due donne, dopo che la procura svedese aveva inizialmente lasciato cadere l’accusa per mancanza di indizi concreti, fatti che l’avvocato ora vorrebbe iscrivere a ruolo di “stupro” (ma si tratta di una definizione molto svedese in quanto assume tale ruolo anche la semplice condotta impropria durante l’atto sessuale, per esempio il mancato uso del condom).
Dai dati rilevati risulta che una delle donne non accusi Assange, ma gli chieda semplicemente un esame medico, in quanto sarebbe stato usato il condom, ma si era rotto. Mentre l’altra donna non si sarebbe opposta all’atto sessuale senza uso del condom, ma di nuovo chiedeva l’esame medico.

Alcuni sostengono che esistano delle trattative riservate tra la CIA e le autorità svedesi affinché Assange, una volta estradato in Svezia, sia poi trasferito in USA.

E’ certo che Julian Assange è un tipo difficile da afferrare. Di lui non si avevano tracce. Si sa che usa contanti per viaggiare in modo da non essere tracciato con la carta di credito, e delle sue risorse finanziarie non si sa nulla se non che probabilmente vive grazie agli aiuti che arrivano tramite Wikileaks, anche il telefonino è usato in modo parsimonioso per impedire che possa essere localizzato. Di fatto è stato lui a presentarsi alla polizia inglese che gli aveva fissato un appuntamento per arrestarlo.

Ora possiamo iniziare a fare alcune considerazioni.

Lo scopo della CIA. Probabilmente è nell’interesse di quelli della CIA riuscire ad estorcere ad Assange i nomi delle talpe che hanno permesso la uscita di informazioni, ma c’è forse anche una volontà punitiva nei confronti di Assange.
La sua ritrosia a farsi visitare da un medico, o di rilasciare campioni per il DNA, cioè di farne un rilascio autorizzato (e quindi utilizzabile a fini giudiziari) potrebbe giustificarsi con il fatto che poi basterebbe prendere un campione di saliva da un bicchiere in un fast food e farne cadere una goccia su un paio di occhiali di una persona da uccidere per lo scopo in modo da incriminarlo per omicidio.
E’ uno scenario da romanzo di spie ma visto che la CIA può agire al di fuori della legge fuori dal territorio US, fare arrivare Assange in territorio US induce a pensare a uno stratagemma “pulito” per incastrarlo, o anche solo usare come minaccia per convincerlo a parlare senza fare partire la decriptazione dei documenti che scottano (fare sparire Assange è contro l’interesse loro a queste condizioni).

Questo forse, ripeto forse, può dare un’idea che spieghi il clamore attorno alla vicenda.

C’è anche da dire che il clamore aiuta Wikileaks: non c’è giornale al mondo che non ne parli, ed il marchio wikileaks è forse il più gettonato dopo google.

La censura. Dal giorno successivo alla divulgazione dei cablogrammi riservati è arrivata la direttiva di interrompere i server in USA, e di tagliare le vie finanziarie bloccando i conti di PayPal e di Visa.
Tuttavia la reazione è stata altrettanto energica, e questo è il primo vero braccio di ferro tra chi (pochi) controlla il potere e vuole quindi controllare l’informazione e il popolo che tale informazione, ai sensi anche dei diritti dell’uomo, la vuole mantenere libera.
Ad oggi, mentre scrivo, i siti specchio (cioè che replicano in copia wikileaks) offerti da volontari nel mondo sono saliti a 1005, da 208 che erano un paio di giorni fa.
E’ anche la prova che dimostra come la rete sia inarrestabile: se qualcosa finisce in rete non ne esce più.

Ma il punto della questione è invece lo scopo di Wikileaks.
Molti hanno osservato che la maggior parte del materiale pubblicato potrebbe facilmente essere classificato come “gossip”, cioè si tratta di materiale più orientato al pettegolezzo e allo scandalo popolare, che al rilasciare reali informazioni sensibili.

In realtà rilasciare poche informazioni realmente sensibili (da un punto di vista politico) assume maggiore valore e credibilità se assieme si hanno informazioni si riservate, ma irrilevanti da un punto di vista degli affari politici.
Sarebbe stato facile smentire una o poche notizie segrete o molto riservate, ben difficile è farlo se insieme vi è un contorno di altre informazioni che rendono inequivocabilmente ed irreversibilmente veritiere le altre.

Wikileaks dichiara di avere come scopo l’esaltazione del diritto alla libera espressione e della libera informazione, sia esercitandola che godendola, riferendosi in particolare all’articolo 19 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Una libera informazione che nella rete Internet ha trovato lo strumento interpretativo ed attuativo nel dispetto della volontà di pochi di mantenerla riservata, poiché il torbido consente il mantenimento di posizioni privilegiate.

Fin qui nulla di molto nuovo. Ed il partito dei pirati, ormai diventato un movimento internazionale, ha un doppio filo con questa concezione.

Ma l’azione di rilasciare documenti “gossip” ha un effetto destabilizzante poiché tende a distruggere quelle relazioni di fiducia che i diplomatici avevano tessuto negli anni, de facto limitando drammaticamente le capacità di intrecciare affari pescando nel torbido e nella informazione asimmetrica.
In questo l’affermazione del Ministro Frattini è stata azzeccata: è una sorta di 11 settembre della diplomazia, una operazione che mira a scardinare nel suo intimo la forza di manipolazione di una grande potenza come gli USA (e se si scardinano gli USA, gli altri sono birilli).
E’ di oggi infatti l’ammissione da parte di fonti diplomatiche USA che almeno un incontro internazionale è avvenuto in clima di diffidenza, è certo che molti stati ora guardano con sospetto alle relazioni con gli USA, e le stesse relazioni militari nei territori in cui gli USA sono impegnati appaiono incrinate.

Di certo è che ad oggi il caso continua a montare. Mentre il ministro degli affari esteri australiano Kevin Rudd ha oggi biasimato gli USA, e non Assange o Wikileaks, per la trafilazione di informazioni, si scopre che una delle donne che accusava Assange è una collaboratrice dei dissidenti cubani, mentre un ex portavoce di Wikileaks, il tedesco Daniel Domscheit-Berg, dopo essere fuoriuscito da Wikileaks in Settembre ha dichiarato la prossima pubblicazione di un libro con “tutta la verità” sul sito di spifferatori più pericoloso del mondo, e l’annuncio della nascita di un sito concorrente.
Ed è di Settembre infatti lo scisma di una parte dello staff di Wikileaks che non concordava su alcune poitiche decisionali, rivelando che di fatto Wikileaks ruota attorno al suo fondatore, ideatore, creatore, promotore, finanziatore e coordinatore: Julian Assange.
Tanto accentrato il controllo che ora che Assange è in prigione non si sa se ci saranno altri nuovi documenti (a parte la moltiplicazione delle copie di quelli esistenti).
E mentre dai commenti di the Guardian, molti affermano che sarà responsabilità di Camerun l’incolumità di Julian Assange, il New York Times, attaccato dal senatore Joe Lieberman per avere pubblicato i cablogrammi segreti (una azione che rischia di essere in contrasto con il primo emendamento peraltro), ha aperto una rubrica di commenti dal titolo emblematico: [Assange, nda.] “Un eroe dei nostri tempi”.

Nuove rivelazioni che aprono spiragli alla comprensione di alcune situazioni non chiare e di difficile lettura e che fino ad ora lasciavono aperti dei dubbi su cosa realmente stia accadendo.

[update]

A dispetto dell’imprigionamento di Julian Assange, oggi sono stati rilasciati nuovi documenti, che creano notevole imbarazzo alla diplomazia USA e dei suoi alleati, tra cui una severa critica al ministro degli esteri austaliano Kevin Rudd (che forse per questo è sceso in campo in difesa di Assange), oltre alla rivelazione del sollievo da parte del governo britannico quando la controparte scozzese aveva rilasciato il bombarolo autore del disastro di Lockerbie, dopo essere stata minacciata dalla Libia di “terribili conseguenze” (commerciali). vedi qui.

Claudio G.

If you liked my post, feel free to subscribe to my rss feeds