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A pranzo o a cena

Io credo che la stragrande maggioranza delle questioni dibattute internamente a Veneto Stato siano molto semplici da risolvere. Ce n’è una su tutte che secondo me permetterebbe di risolvere ogni altro punto esaminato in modo semplificato.
La questione è il riconoscimento reciproco che dobbiamo darci come persone attive nel processo indipendentista, ognuno nel proprio ruolo storico o istituzionale. Credo che la stragrande maggioranza delle incomprensioni sia dovuta a vecchie ruggini e antichi pregiudizi tra i soci fondatori. Ritengo che tali questioni siano banali, ma che abbiano portato la situazione a sfuggire di mano.
Non voglio rassegnarmi alla tragedia di due convocazioni. Non voglio nemmeno illudermi che allo stato le cose si possano risolvere facilmente. Ma è chiaro che non esiste nulla di impossibile.
Allora voglio fare un appello agli uomini liberi e forti che tanto hanno saputo dare per la speranza di un Veneto Stato indipendente. Ricordatevi che o vinciamo tutti assieme oppure perdiamo tutti assieme. Perché se è pur vero che in tante altre nazioni senza stato esistono più partiti indipendentisti, è altrettanto vero che nel Veneto ciò è deleterio, per la peculiarità della nostra storia politica, che è stata costellata di divisioni e frammentazioni, che come i più saggi sanno, sono state tutte favorite dall’intervento dell’Italia.
Allora voglio fare un altro tentativo, perché ho il dolore nel cuore per la disperazione dei nostri soci che è la mia disperazione.
Ritroviamoci al più presto, tra dirigenti e soci che hanno un’influenza storica. Definiamo PRIMA di domenica prossima un luogo comune ove ritrovarci a congresso, definiamo assieme un ordine del giorno comune, senza diktat da una parte né dall’altra.
Nessuno faccia finta di non sapere che restare rigidi sulle proprie posizioni ora, senza aperture, significa arrestare il processo indipendentista.
Giustino Cherubin, Patrik Riondato, Lodovico Pizzati, Antonio Guadagnini, Gianluca Panto, Lucio Chiavegato, Geremia Agnoletti, Claudio Ghiotto, Giacomo Mirto, Cristiano Zanin, Alessio Morosin, Alessia Bellon, Umberto Cocco, Massimo Busato, Patrizia Badii, mi rivolgo a voi, solo per citare alcuni nomi, ma se altri vogliono aggiungersi ben venga. Abbiamo solo questo sabato e questa domenica per organizzare un pranzo o una cena di lavoro per dipanare una matassa che si sta ingarbugliando.
Non nascondiamoci dietro a un dito, non accampiamo scuse.
Troviamoci per accordarci su un piano di lavoro condiviso, da sottoporre ai soci per approvazione o modifiche, chiedendo loro umilmente scusa.
Sappiamo tutti che non è semplice, esistono odi personali, ma non dobbiamo vivere assieme, dobbiamo solo permettere ai cittadini veneti di portare avanti la speranza per l’indipendenza del Veneto. Nessuno ci può fermare, a parte noi stessi.

Gianluca Busato

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