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Auguri a Lucio

Lucio me lo presentò Lodovico o Gianluca.
Non ricordo bene, sta di fatto che mi parlarono entusiasticamente di un noto imprenditore “vulcanico” del basso veronese che aveva aderito al PNV.
Fu così che andammo ad una riunione serale presso la sua fabbrica, seduti in una ventina tra i suoi mobili, ricordo delle sedie stile antico veneziano.
Tornammo tardissimo, immersi nella nebbia, che tempi che bei ricordi.
Da qui fu fondata la famosa frase “ci servirebbero cento Lucio Chiavegato” che abbiamo ripetuto spesso perché il lui vedevamo un modello di trascinatore popolare.
Quando mi candidai alle regionali 2010 andammo a Bovolone in campagna elettorale dove Lucio riunì per l’occasione credo un centinaio di persone in una sala pubblica e avvenne una presentazione memorabile. Era l’inverno 2010.
A Marzo mi chiamò e facemmo una giornata a Venezia città, per raccogliere voti.
E’ stato incredibile, girando per le calli ogni cento metri qualcuno (non lui) lo fermava per salutarlo: è veramente una persona conosciuta in centro storico, per merito del suo lavoro con il quale si è fatto non solo clienti ma anche molti amici.
Dopo quella occasione non perdo mai l’occasione di fermarmi in un ristorante vicino a Rialto.
Entro e mi presento: “Mi manda Lucio!” Significa tappeto rosso, tavolo assicurato nella migliore posizione, violini, rose per la signora e prezzo ok.
Mi fa piacere vedere sempre il mio nome sul simbolo nel suo sito luciochiavegato.com.
Lo chiamano “Comandante Lucios ” e credo che questo titolo gli spetti, essendo stato guadagnato sul campo a suo di randellate prese (ma anche date), con la celere ai tempi delle lotte lifiste.
Siamo molto diversi, io in genere riflessivo lui esplosivo e per questo motivo non ci siamo più molto sentiti dopo le regionali, ma ci rispettiamo.
Ora veniamo alla situazione attuale.
Credo che abbia sbagliato a candidarsi contro Pizzati e a farsi eleggere in una competizione dove non c’è stato confronto democratico ma una lista unica, o quella o quella lo stesso, e ciò non piacerà nemmeno a lui credo.
Avevamo già un cavallo di razza vincente, non vedo adesso il senso di cambiarlo. Poteva fare qualsiasi altra cosa, continuare a lottare a modo suo, parallelamente dentro e fuori al movimento, con la sua solita grande generosità.
Vedo il suo cuore battere per la causa giusta, ma verso la direzione sbagliata.
Mi permetto di dargli dei consigli, e non li prenda come una manifestazione di paternalismo.
Penso che dovrebbe lavorare per diventare il presidente amato da tutte le province, non solo da quelle di Verona e Vicenza.
Sbaglia quando lancia consigli che assomigliano di più a ordini se non anche anatemi contro i soci che hanno speso il proprio tempo per organizzare il servizio su Matrix, se la prenda piuttosto con Bortolussi & C.
Lasci spazio al segretario (che ha dimostrato di saperlo fare) ed al Minor Consiglio di elaborare e comunicare una propria linea politica indipendentista moderna ed europea, perchè con le sue esternazioni lifiste sembra che Guadagnini porti la sottana e Lucio i pantaloni.
Mantenga pure il suo stile ed il tono duro e puro ma lavori per migliorare la sua immagine che adesso deve assumere caratteristiche di credibilità che non possono più passare attraverso la diffusione di fotomontaggi folcloristici nei panni di un frate col mitra o di guardia svizzera benedicente.
Non si faccia irretire dalle false simpatie per l’antagonismo insurrezionalista che tanto non lo premierebbe come vorrebbe lui, perchè i tempi e la nostra dimensione di crescita ora richiedono altri stili.
Diffidi di coloro i quali vorrebbero trasformare il partito in una falange di soldatini ubbidienti e
tri-salutanti più o meno organizzati per le proteste e le occupazioni.
Consenta, in ogni situazione, che gli intellettuali si esprimano, evitando di avventurarsi in territori di critica politica dove si parla sempre male di qualche eterno nemico e si limiti a rassicurare la platea con la sua solida e rocciosa presenza, certo che la strada indipendentista sia quella giusta.
Abbandoni con i compagni di partito i toni perentori e di ricerca della propria ragione contro quella degli altri, impegnandosi piuttosto nella logorante e impegnativa arte della mediazione e del farsi stimare dalla maggioranza.

Releghi alla nostalgia i ricordi delle manganellate della sua gioventù bruciata ed abbia il coraggio di rimettersi in gioco per diventare veramente il Presidente dei principi, saggio granitico ed incorruttibile come potrebbe facilmente diventare.
Oppure faccia come gli pare, se crede, ma si ricordi che ha una grande responsabilità nelle sue mani perché siamo osservati e molti cittadini ripongo in Veneto Stato delle speranze.
Personalmente non lo ostacolerò, al massimo quando capiterà qualcosa che non condivido mi turerò il naso, in fondo in giro ci sono ben altre puzze.

Può fare bene, ma il compito non è facile. In bocca al lupo.

Gianluca Panto

Nota di redazione: Le foto mostrate sono state tratte dal profilo pubblico di facebook di Lucio Chiavegato.

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