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Italy, Greece, Bond & Spread. The story so far

E’ opinione comune che nei imaginifici PIGS di cui tanto si parlò un paio di anni fa la I stesse per Italy, è altrettanto opinione comune che lo spread tra titoli obbligazionari sia dovuto a quei Gargamella internazionali, a quei Tagliapietre dei speculatori.

E’ opinione altresì diffusa che il detto vox populi vox dei sia errato il più delle volte.

Iniziamo dando qualche definizione

PIGS= Acronimo dato dalle iniziali dei seguenti paesi: Portugal, Ireland (Republic of), Greece, Spain. L’italia venne aggiunta solo più tardi, quando i conti pubblici iniziarono a deteriorare e divenne chiaro che nessuna manovra tesa a dare competitività al sistema Italia e a dare una scossa ad una crescita  che come percentuali gravita intorno allo 0 da vent’anni. A dispetto di quanto un Ministro dichiarò in televisione, la crescita 0 significava che al netto dell’inflazione, l’economia italiana era pressochè ferma, molti italiani ci credettero, ma nessun analista serio c’è cascato.

SPREAD= differenziale di rendimento rispetto ad un titolo X. Per i Paesi dell’area Euro solitamente la pietra di confronto sono i Bund Tedeschi, considerati i titoli più sicuri dell’area. Il differenziale è dato dalla differenza di rendimento i che il mercato richiede per acquistare il titolo obbligazionario in questione: più l’economia del tal paese verrà considerata solida (attenzione, non si deve vedere solo se il debito è basso, ma anche se quel tal paese ha una crescita di Pil tale da poter ripagare il detto debito), più gli intermediari acquisteranno i titoli di debito del tal paese, più basso sarà l’interesse che il tal paese dovrà offrire. Ne consegue che chi ha un economia solida avrà un debito meno costoso, chi invece ha un PIL stagnante, e costi della PA in aumento avrà un costo spropositato da sopportare. Si calcola in punti base: 1 punto= 0,01%

SPECULATORI= ultima definizione preliminare. Lo speculatore è nell’immaginario collettivo, colui che compra a poco e rivende a molto e che per un insano modo di fare, alla Gordon Gekko, distrugge intere economie e aziende solo per il personalissimo tornaconto personale. Come si vedrà tra poco, l’andamento degli Spread  e dei CDS di cui tanto si scrive in questi giorni, ha poco a che fare coi tipi alla Gordon Gekko, e molto a che fare con il concetto “non voglio subire default e chiudere bottega” o peggio, continuare la serie di fallimenti a catena.

Torniamo ai casi Grecia e Italia

Il caso Grecia inizia pressapoco cosi: c’è un economia anemica che si regge a stento, i suoi cittadini si arricciscono e arrivano ad avere redditi personali comparabili con quelli del nord italia, ma le finanze statali invece subiscono una gestione “allegra” e le entrate non bastano a ripagare i debiti che lo Stato greco contrae con intermediari per lo più francesi e tedeschi. Il bubbone scoppia quando, al cambio di amministrazione circa due anni fa, il nuovo governo di Papandreu rende edotto il mondo intero che le assicurazioni ricevute sul debito nazionale erano carta straccia: le spese (sopratutto per le Olimpiadi) erano risultate eccessive per lo stato delle finanze e non c’era modo in cui il governo potesse ripagare nei tempi stabiliti i debiti contratti.

Da li la storia è quantomeno conosciuta a tutti: tentativi di avere soldi dal FMI, andati in porto ma a fronte di impennate spaventose della tassazione indiretta e a un taglio brutale della spesa pubblica. Manovre che in fin dei conti non sono però riuscite a far si che  si allontanasse lo spettro del default, che comunque è atteso, ne che si riuscisse a migliorare i conti (sopratutto dal momento che aumentanto l’IVA i consumi si son drasticamente ridotti) Comunque per approfondire avete una valanga di articolo qui.

C’è poi una notizia che sta girando per la rete e che va smentita: l’impacchettamento dei debiti della grecia non significa che il creditore riceverà a termine il 50% di quanto gli spetta, ma solo che il termine di incasso si allungherà rispetto ai prospetti iniziali.

Arriviamo quindi all’Italia.

A seguito di quanto avvenuto in Grecia gli intermediari (Banche, Fondi di gestione, etc) hanno iniziato subito a spostare la loro attenzione sul secondo grande malato, noi.

Come avrete letto nei mesi scorsi, le banche iniziarono quasi subito a svendere titoli italici, o quantomeno a non partecipare più alle relative aste. Il fatto che un asta vada deserta o che la richiesta di titoli sia bassa rispetto a quanto offerto, comporta, come ricordato prima, l’aumento dei tassi di interesse e quindi dello spread.

Se voi avreste in mano una cambiale da un tizio che sapete difficilmente potrà ripagarvi l’intera somma, voi cosa fareste?

a) rimettereste quella cambiale sul mercato, ad un prezzo inferiore rispetto al valore del titolo

b) comprereste un assicurazione da un terzo in modo che se il debitore non pagasse, potreste egualmente avere indietro la somma.

Il caso B implica i CDS: Credit Default Swap. In buona sostanza voi cedete una parte del rendimento della cedola al vostro intermediario in modo tale che se il debitore dovesse fallire, il vostro intermediario sarà tenuto a rifondere quanto il debitore vi doveva. E’ un’assicurazione, alla fine.

Quindi, quando si legge che i CDS aumentano, significa semplicemente che sempre più risparmiatori si assicurano dal rischio di default del Paese cui hanno prestato i soldi.

Se la banca tedesca, non quella centrale (quella si chiama Bundesbank) ma una privata, continuasse a tenere in pancia dei titoli che sa bene rischia di non vedersi rimborsati e li vendesse, farebbe i suoi interessi solamente o anche quelli dei risparmiatori che tengono un conto li? E se quella banca fosse   la medesima dove avete voi il conto? Li chiamate ancora speculatori o pensate che stiano facendo dei loro giusti interessi?

Il mondo finanziario, checchè se ne dica in Tivù, è legato alla economia “reale”: se il tal debitore non paga i crediti, il creditore diventerà insolvente a sua volta verso i suoi creditori e cosi via. E non è vero che la crisi odierna è una crisi tipo quella del 29, quella era una crisi da mancanza di liquidità, dovuta allo scoppio di una serie di bolle finanziarie, questa invece è dovuta, sic et sempliciter,al fatto che una massa di debitori non han potuto soddisfare i debiti verso i creditori, dando il via a una serie di fallimenti a catena, che ha portato una eccedenza di liquidità e quindi la crisi odierna.

Cosa fa una banca in un sistema sano? Da un lato anticipa liquidità ad un impresa che ne necessita per l’acquisto di una Pressa, supponiamo; dall’altro impiega i capitali che riceve dai correntisti anche in attività che possano produrre un ritorno sufficiente a 1) produrre utili per gli azionisti 2) rimborsare i correntisti. Ora: se la Banca investisse tutto in un pastificio e questo per un fatto di mala amministrazione dovesse chiudere, che fine farebbero i suoi crediti? Persi.  Se il pastificio fosse sufficientemente grande, i crediti pure enormi e l’ammanco incolmabile anche richiamando i debitori ad un ritorno anticipato delle somme dovute, che succederebbe ai correntisti? Perderebbero soldi. Trovate ancora che vendere i titoli di società non ritenute sane sia da speculatori?

Pietro Avogadro

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