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Un Veneto Stato federale in un’Europa confederata

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In trasmissione mi è stata domandata un’opinione sull’idea di una fiscalità europea. Colgo l’occasione per approfondire quanto detto nel video. L’Europa non deve diventare un’unità politica con un sistema fiscale centralizzato, come auspicato da sognatori europeisti. Un conto è il libero movimento di merci, lavoro e capitale, un’altra cosa è invece abdicare la propria sovranità ad un esattore delle imposte ancora più distante di Roma.

Lo stato, ricordiamoci, altro non è che un ente amministrativo che offre un servizio pubblico in cambio di un costo che viene prelevato tramite le tasse. Dobbiamo mirare al sistema più efficente e meno ingombrante che lasci al settore privato quello che non occorre venga gestito dal settore pubblico. Nel settore pubblico possiamo sfruttare le economie di scala per servizi che costano di meno se gestiti su scala europea. Mentre la politica fiscale, e cioè l’autorità di abbassare le tasse, deve essere lasciata il più vicino possibile al cittadino.

Detto questo possiamo immaginare un’Europa confederata per certi servizi che ci costerebbero di meno se fatti in scala europea (sfruttando le cosiddette economie di scala). Questo può essere il caso di una difesa e di una politica estera europea. Per esempio, non ha senso che un Veneto, una Scozia, e una Catalogna indipendente sprechino risorse per 200 ambasciate ciascuno in giro per il mondo. Basterebbero delle ambasciate europee da condividere con tutti gli altri stati d’Europa e diminuire drasticamente i costi di gestione. Un discorso parallelo può essere fatto per un esercito comune rivolto verso l’esterno (e non di sicuro un’arma dell’esercito rivolta verso la cittadinanza, perché l’ordine pubblico spetta alla polizia locale). Queste sono le motivazioni per un’Europa confederale, un’Europa di popoli interdipendenti, senza confini e legati da alcuni servizi in comune.

Anche un Veneto Stato indipendente dovrà essere basato sugli stessi principi federali. Ogni tassa deve essere legata ad un servizio pubblico preciso e approvato tramite democrazia diretta dalla popolazione. Per questo il potere fiscale di spesa e tassazione devono essere mantenuti al livello di amministrazione pubblica più vicina al cittadino: comuni e province. In questa maniera il cittadino ha più controllo sul livello di servizi e tasse, anziché subire decisioni prese in una capitale lontana come è al momento all’interno del contenitore Italia. Ma non solo, il vantaggio di questo sistema è che ogni amministrazione pubblica è in competizione con altre amministrazioni vicine. Un comune non potrà alzare di sproposito una tassa su un immobile se nel comune accanto l’ICI è più contenuta. Deprimerebbe il proprio settore immobiliare. Per la stessa ragione una provincia che decide l’IVA sarà costretta ad abbassarla per non far perdere in competitività i propri centri commerciali. Questa non è fantascienza, è quello che succede nei paesi federali come negli Stati Uniti che essendo costretti a mantenere le tasse basse, l’amministrazione pubblica è costretta all’efficienza.

Lodovico Pizzati

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