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Plebiscito2013.eu va oltre i partiti per far abbracciare l’indipendenza a tutto il Veneto

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

QUADRO_03+logo_Pb2013_10x10Plebiscito2013.eu è una piattaforma trasversale e apartitica e quindi ovviamente estranea ai comitati centrali di TUTTI i partiti. È un comitato referendario aperto all’adesione dei singoli esponenti, di ogni collocazione ideologica e ovviamente ai rappresentanti della società civile che difficilmente potrebbero dare il proprio appoggio a partiti.

Registriamo tra l’altro l’adesione di importanti testimonial, anche alcuni legali rappresentanti ed esponenti di diversi movimenti indipendentisti e non solo (citiamo tra gli altri Stefano Valdegamberi, Lodovico Pizzati, Fabrizio Comencini, Flavio Tosi, Leonardo Muraro, Remo Sernagiotto, Nicola Finco), ma anche accademici, esponenti religiosi e del mondo della cultura, professionisti, medici, giornalisti e imprenditori.

Plebiscito2013.eu si apre quindi all’intero spettro di opinioni presente in Veneto, senza chiusure verso nessuna idea e posizione.

Per quanto riguarda le richieste dell’autore di un articolo che si firma con lo pseudonimo “Tontolo”, si precisa che:

– abbiamo raccolto una testimonianza di Luigi Bacialli, che ha dichiarato tra le altre cose che “I veneti hanno il sacrosanto diritto di esprimersi sull’indipendenza”, abbiamo riferito che sarebbe stata pubblicata sul nostro sito come è stato fatto all’indirizzo http://plebiscito2013.eu/luigi-bacialli-testimonial-di-plebiscito-2013/, dove abbiamo ben precisato che ” la raccolta di una testimonianza virgolettata non implica alcuna adesione al nostro comitato (che non è né un partito né un movimento politico)”. Qualcuno però ha dichiarato al direttore Bacialli che Plebiscito2013.eu sarebbe un movimento politico (cosa che non siamo) e giustamente egli ha fatto la stessa precisazione che già avevamo fatto noi.

– abbiamo ricevuto anche la testimonianza virgolettata del sindaco di Verona Flavio Tosi che abbiamo pubblicato sempre sul nostro sito e la stampa non ne ha dato notizia perché non siamo ancora riusciti a inviare i relativi comunicati, in quanto molto impegnati su un vasto fronte di eventi (ad esempio,http://plebiscito2013.eu/due-straordinari-eventi-di-plebiscito2013-eu-in-contemporanea-la-sera-prima-del-consiglio-regionale-sullindipendenza-del-veneto/ e http://plebiscito2013.eu/il-30-luglio-tutti-a-venezia-per-tutelare-quesito-indizione-e-data-del-plebiscito-2013-per-lindipendenza-del-veneto/) ed attività a supporto del Plebiscito che deve tenersi nel 2013 e che deve mantenere l’originale quesito “vuoi che il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana? SI – NO” e non quesiti annacquati come proposto da alcuni membri della commissione giuridica che hanno fatto erronee valutazioni politiche.

Grazie per le domande e buona indipendenza a tutti.

Ufficio stampa
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Plebiscito indipendentista: la relazione della commissione giuristi

Schermata 2013-07-10 alle 15.03.58Pubblichiamo integralmente la relazione ufficiale della commissione di sei giuristi sulla fattibilità del referendum per l’indipendenza del Veneto. Ecco il documento… Keep Reading »

Referendum sull’indipendenza: improvvisa accelerazione dell’iter in Regione


Gianluca BusatoVenti consiglieri regionali hanno firmato per una seduta straordinaria che dovrebbe indire il referendum. A questo punto – spiega Gianluca Busato – sarà d’obbligo convocare il Consiglio entro luglio. Il portavoce di Indipendenza Veneta sottolinea il ruolo di Valdegamberi, ma soprattutto le adesioni di esponenti del Centrosinistra come Bottacin e Pettenò. E quindi si appella al Pd, affinché ascolti… la sua componente “più democratica”. – Fonte Keep Reading »

NonSoloVeneto, l’indipendenza avanza anche in Lombardia e in Liguria

VolantinoSeregno1906

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Il processo indipendentista vede il Veneto avvicinarsi sempre più verso la creazione della nuova Repubblica Veneta e ora approda anche in altre regioni, come la Lombardia e la Liguria.

Segnaliamo a questo proposito due importanti eventi che si terranno nei prossimi giorni:

1. mercoledì 19 giugno, a Seregno, Color44 organizza il convegno “Lombardia: colonia fiscale o Stato indipendente e federale?”
2. giovedì 20 gennaio, a Genova, vi sarà la costituzione di Terra Ligure, presso Hotel Mediterranée, Pegli, ore 21, con la presenza del prof. Paolo Luca Bernardini, socio fondatore di Indipendenza Veneta. Keep Reading »

Treviso comunista e l’indipendenza del Veneto

Tradimenti e retroscena nel centrodestra che ha sacrificato il capoluogo della Marca, alla vigilia dell’approvazione della legge referendaria

Schermata 2013-06-12 alle 11.45.41Passate le elezioni, passato ieri il primo giorno di mercato senza Gentilini, da oggi ufficialmente Treviso è entrata nella normalità della sua nuova fase storica. Da oggi ufficialmente Treviso è diventata “comunista”.
Il suo nuovo sindaco non è un pericoloso mangiabambini, intendiamoci, ma un uomo di apparato sicuramente. Una persona moderata, ma sempre di apparato.
Come ha fatto quindi Giovanni Manildo a sbancare Treviso, trasformandola da città simbolo della conservazione e della moderazione a “città liberata” come cantavano i suoi seguaci forse più illusi dopo la vittoria elettorale di lunedì?
Gran parte del merito va sicuramente alla sua abilità nell’essere riuscito a tenere unite in coalizione componenti tra loro molto distanti, mentre altrettanto non si può dire dei suoi avversari.
La figura di straordinario impatto mediatico di Giancarlo Gentilini ha coperto le ragioni vere della sconfitta elettorale della coalizione della lega e del pdl. Queste ragioni vanno trovate nella divisione della coalizione che ha attraversato lo stesso pdl dilaniato ancor più della lega da una lotta interna di potere, tanto che la potente corrente che fa capo a Maurizio Sacconi ha apertamente appoggiato un altro candidato sindaco, senza nemmeno apparentarsi per il ballottaggio allo sceriffo e oggi anticipa la resa dei conti in un’intervista sui giornali locali.
Cosa c’è in ballo per spiegare una scelta apparentemente suicida?
Probabilmente qualcuno ritiene che la fase storica odierna sia per certi versi simile a quella del 1993-94. Anche nel 1993 il centro-sinistra vinse in molte città, apparentemente conquistando una posizione che pareva inattaccabile. In realtà che si trattasse di vittoria di Pirro lo si capì l’anno successivo, con il trionfo del centro-destra guidato allora da Berlusconi.
Oggi il senso della pugnalata alle spalle che spiega la sconfitta di Treviso va cercata proprio in questa battaglia tutta interna al centro-destra e in particolare nel partito di Berlusconi. Riteniamo però che qualche calcolo sia stato fatto in modo sbagliato.
Un modello di questo tipo mal si adatta a un periodo che pare più vicino al dopoguerra che ad altro, per la gravità della crisi socio-economica che stiamo attraversando. Il calo nell’ultimo anno della produzione industriale del 4,6% e del pil del 2,4% proprio in Veneto e a Treviso si manifesta nelle forme più dure, testimoniate da una catena impressionante di suicidi per ragioni economiche, nella perdita massiccia di lavoro e nell’impressionante aumento di fallimenti di aziende. Oggi il peso rappresentato dallo stato italiano predatore rappresenta quindi per il Veneto una palla al piede che ci sta trascinando nel gorgo della disperazione.
Il Veneto quindi deve sganciarsi – ora o mai più – dai giochetti dei partiti italiani e deve sapersi riscattare trasformando la drammatica situazione di crisi in una straordinaria opportunità di rilancio con la propria indipendenza politica.
Spetta ora al consiglio regionale uscire dall’impasse, accelerando il dibattito preliminare della commissione affari istituzionali già alla prossima settimana, in modo da non perdere l’occasione della convocazione del consiglio straordinario per il prossimo 27 giugno, come paventato oggi da qualcuno.
L’unico che in questa fase può spingere sull’acceleratore è Luca Zaia e noi confidiamo che sappia leggere con grande attenzione la delicata fase che stiamo attraversando.
Caro Governatore, forse è giunto il momento di alzare la cornetta del telefono e dare il ritmo che serve per raggiungere l’indipendenza del Veneto.

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Risposta a Tontolo, ai tontoloni e agli strateghi del giorno dopo

l'invidiaDopo che un evento si consuma spesso spuntano come funghi i professionisti del “te l’avevo detto io” (che già sono una categoria apprezzabile, purché l’avessero detto veramente: più spesso sono millantatori che in realtà non avevano detto niente), oppure di chi punta l’indice accusatorio contro “scelte fallimentari” o altre critiche spesso nemmeno esplicitate (“sono sempre stato critico con le vostre scelte”, magari dimenticandosi di dire quali scelte e anche quando lo fosse stato). In questa tornata elettorale si è aggiunta una nuova categoria che dice “quando perdi non perdere la lezione”, oppure “da tutti i miei errori io ho sempre imparato”, dimenticandosi di specificare quali siano gli errori e ancor più quali dovrebbero essere le lezioni da imparare.
Spesso costoro nelle vicende che commentano rigorosamente il giorno dopo che sono avvenute fino al giorno prima si erano segnalati per la totale assenza, qualcuno poi addirittura magari aveva anche flirtato con gli avversari sperando non si venisse a sapere, qualcun altro giocava proprio nella squadra avversaria, oppure, i più, si erano seduti a guardare gufando dal primo all’ultimo giorno della preparazione dell’impresa. Molti di costoro appartengono poi all’esercito di coloro che di sconfitte brucianti ne hanno collezionate in passato in numero tale da essere stati defenestrati per sempre dall’agone competitivo. Altri invece appartengono all’insieme variopinto dei riciclati, dei “numeri due”, dei “vorrei ma non posso”, del “vai avanti tu che a me vien da ridere”.
Gli ambiti in cui ciò si verifica sono molteplici, dallo sport, agli affari, alla politica.
Spesso tali critiche nascono dalla pura invidia che talvolta si tramuta in odio nei confronti di chi ha partecipato e contribuito a creare gli eventi mettendo in gioco la propria faccia, le proprie risorse, il proprio tempo.
C’è infine una categoria interessante, ovvero chi ha sfruttato l’opera di questi per costruire un proprio personale successo che senza i primi mai si sarebbe verificato e con la loro eliminazione svanirebbe come il fumo in men che non si dica. Sono i parassiti stupidi che non capiscono che vivono della vita degli altri senza i quali sarebbero i primi a morire.
Molti di questi sono riconoscibili perché invece di argomentare offendono, svillaneggiano (anche quelli che parevano più educati, quasi oxoniani nelle loro gentil maniere), cercano di mettere in ridicolo i propri avversari.
Beh, vorrei dare una pacca sulla spalla a questo esercito di strateghi del giorno dopo: è proprio grazie al loro lavoro che ho capito di essere sempre dalla parte giusta.
Grazie e continuate così, a morire di invidia e a logorarvi per essere dalla parte di chi non conta, ma è contato: per quanto mi riguarda, le critiche inutili (discorso diverso vale ovviamente per quelle motivate e preziosissime) mi hanno sempre fortificato.
La realtà dei fatti – che a qualcuno fa male – è che gli indipendentisti veneti hanno come minimo raddoppiato i propri voti, con mezzi ridicoli nei confronti dei propri avversari, partendo tra l’altro da un risultato non certamente esaltante ottenuto alle scorse elezioni politiche che ci aveva visti partire fortemente svantaggiati. Oggi siamo l’unica forza politica presente in Veneto in grado di occupare il vuoto politico dei partiti rantolanti. E con buona pace degli invidiosi.

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A Treviso l’italianista Gentilini ostaggio degli indipendentisti veneti di Alessia Bellon

foto (47)La cosa appare abbastanza paradossale per un vecchio nostalgico italianista come Giancarlo Gentilini, al secolo “lo sceriffo”, ma il suo destino nel ballottaggio appare ora legato in modo decisivo alle indicazioni di voto che darà Indipendenza Veneta.

Sommando infatti i voti delle coalizioni in lizza nel capoluogo della Marca e dei probabili orientamenti di voto già emersi dopo un giorno, i due contendenti paiono incollati perfettamente in un perverso equilibrio che li vede entrambi al 49%. Per conoscere le sorti di Treviso diventa quindi fondamentale la scelta che farà Alessia Bellon (che tra l’altro è stata anche denunciata dallo sceriffo per una critica politica) e il suo movimento che ha raddoppiato i propri consensi rispetto alle recenti elezioni politiche di febbraio, arrivando al 2.13%.

In città si sprecano già i rumors e i contatti informali, ma c’è ancora grande silenzio attorno alle scelte che saranno fatte dagli indipendentisti veneti e alle condizioni che detteranno a Manildo e a Gentilini per un ipotetico per quanto improbabile appoggio al ballottaggio.

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L’indipendentismo veneto è autoreferenziale?

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Una critica che si sente spesso fare agli indipendentisti veneti è che sarebbero autoreferenziali. A ben vedere tale definizione è alquanto particolare e rivela un lapsus freudiano da parte di chi la fa.
È infatti del tutto evidente che l’intero processo di autodeterminazione di un Popolo è autoreferenziale. La prima spinta viene da Popolo stesso, dal territorio che attraverso un processo di emancipazione ottiene la propria indipendenza politica.
Il riconoscimento e la “referenzialità esterna” avviene solo successivamente al processo di autodeterminazione e quindi autoreferenziale.
È interessante notare come l’errore di chi fa tale critica sia lo stesso, ad esempio, che ha portato la lega a morire politicamente. Anche la lega infatti, scegliendo di competere in un ambito in cui non poteva emergere matematicamente – il parlamento romano – ad un certo punto della propria storia ha preferito abbandonare l’autoreferenzialità di Miglio con la referenzialità di Berlusconi. Quali siano stati i risultati possiamo vederlo tutti oggi. Analogamente oggi la scelta se Indipendenza Veneta debba allearsi con i partiti italiani morenti deve vederci ben consapevoli che ciò significherebbe la morte non solo della forza politica stessa, ma una grave sconfitta e arretramento di posizione per tutto il movimento indipendentistico veneto.
L’indipendentismo veneto fin dalle origini è stato oggetto di tali accuse, da parti contrapposte. Siamo “autoreferenziali”, chiusi al dialogo ci viene detto.
In realtà è del tutto evidente che il processo di avvicinamento all’indipendenza del Veneto è frutto di un’azione complessa, che vede proprio nel dialogo con i cittadini e con le organizzazioni che sono presenti nel territorio il proprio primo ambito di comunicazione. Il dialogo è poi vivo anche con le forze politiche, ma non può mai essere un compromesso che abbia come proprio fine la gestione del potere fine a sé stessa, o il tradimento dell’istanza indipendentista.
Vogliamo inoltre aggiungere di più. In una fase primordiale, per poter essere riconosciuto, è anche normale che l’indipendentismo veneto si sia anche caratterizzato con simboli e ritualità che avevano anche lo scopo di renderlo conosciuto, delineandone anche la propria identità politica. Anche il linguaggio usato può a volte assumere tratti meno eleganti se ciò è necessario a marcare il percorso politico, in determinati frangenti. O quantomeno è naturale che ciò si verifichi. A maggior ragione ciò avviene quando vengono infranti dei tabù e nel corso dell’esperienza dell’indipendentismo veneto moderno di tabù ne abbiamo infranti più di uno. E ne infrangeremo ancora.
L’esercizio della propria autodeterminazione in ogni caso resta di per sé stesso un atto che prima di tutto è autoreferenziale e autoconsapevole e solo in seguito ottiene il riconoscimento esterno, non potendosi logicamente invertire il processo. Altrimenti sarebbe un processo di colonizzazione e non certamente di indipendenza.

Ben vengano quindi le accuse di autoreferenzialità!

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Il futuro dell’indipendentismo in Veneto

Analisi a caldo dopo le elezioni politiche e amministrative 2013

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Ieri si sono aperte le urne delle ultime elezioni amministrative e il responso ha decretato un’avanzata notevole di Indipendenza Veneta ovunque ci siamo presentati con le nostre liste. Spicca il risultato di Vedelago, dove siamo diventati la prima forza politica e dove abbiamo anche eletto un sindaco donna molto preparato e capace com’è la bravissima Cristina Andretta. Sempre nella Marca, un grande risultato è stato ottenuto a Nervesa e anche nel difficile capoluogo a Treviso sono stati fatti miracoli soprattutto per ciò che riguarda la comunicazione che ci ha portati alla ribalta anche sui media più seguiti e con una squadra che con il 2,13% ha saputo più che raddoppiare i risultati di tre mesi prima fronteggiando autentiche armate elettorali dei partiti che in generale hanno visto un tracollo epocale (la lega al 7%, il pdl al 5, lo stesso pd al 23, i grillini al 7), con un vuoto politico colmato dalle liste civiche. Nel veronese a Lazise e nel Veneto orientale a San Stino di Livenza sono stati raggiunti risultati straordinari in territori dove finora l’indipendentismo aveva sempre faticato a raggiungere percentuali significative.
Al di là delle cifre, ogni tanto è bene però prendere occhiali con gradazione differente e vedere l’evolversi delle cose secondo criteri di interpretazione che possano permetterne una lettura con migliore visione d’insieme.
Un metodo può essere il riassunto di ciò che si è fatto, per capire se il percorso intrapreso è corretto, oppure se va cambiato, o ancora se si intravvedono insidie che fino a poco prima non erano visibili. Parto allora dall’inizio della mia personale esperienza che certamente non è esaustiva, ma in ogni caso comprende un punto di osservazione particolare. Non sarò pertanto brevissimo e di ciò me ne scuso con i miei 2 o 3 lettori. Keep Reading »

Alessia Bellon-Robin Hood ai partiti: “basta tasse, voi siete matti: ci volete tutti morti!”

E ancora: “io difendo i cittadini di Treviso, i miei concorrenti sono statalisti”

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Tutti i suoi avversari sono stati spiazzati dalla mossa a sorpresa di ieri in cui annunciava di restituire ai cittadini i soldi prelevati dalle loro tasche con troppe tasse. Oggi sui giornali tutti i concorrenti, nessuno escluso, hanno duramente attaccato l’unica candidato sindaco donna di Treviso, qualcuno ha minacciato addirittura di querelarla per cercare di fermare l’emorragia di consenso elettorale. E sempre oggi Alessia Bellon, novella Robin Hood di Treviso che restituisce ai cittadini ciò che i politici avevano tolto loro, risponde per le rime, non risparmiando nessuno.

Il candidato sindaco di Indipendenza Veneta, unica donna in lizza per Cà Sugana, ha dichiarato: “la nostra proposta nasce dalla capacità imprenditoriale di trovare le migliori soluzioni nei momenti di massima difficoltà e dalla creatività e buon senso femminile che sono le vere risorse che ci possono permettere di alzare lo sguardo oltre l’orizzonte e non di nascondere la terra nella sabbia dell’impotenza partitocratica italiana.”

“In primo luogo – continua Alessia Bellon – si tratta del risultato già illustrato a livello qualitativo nel programma amministrativo presentato da Indipendenza Veneta, che ora trova la propria quantificazione. Le risorse nascono come già anticipato dalla razionalizzazione della spesa pubblica, cominciando dai costi della politica, abbondantemente alzati dall’ingordigia della casta al governo. Poi per la prima volta abbiamo introdotto il concetto di taglio degli sprechi, musica che a quanto pare suona stonata a chi è stato educato ai principi statalisti dei partiti italianisti, regno del bengodi a discapito di noi cittadini spremuti dalle tasse. Questi sono tutti matti, si rendono conto che le tasse al 70% ci stanno ammazzando? Io capisco che questi vivono di privilegi assurdi pagati dalla politica che mette mano nelle tasche dei cittadini, ma ora per favore si facciano da parte, se ne vadano a casa, che è ora di cambiare registro. Al soccorso rosso che arriva da fuori e che ci accusa di isolazionismo rispondo con orgoglio che la bubbana per loro è finita: ora la partita è la sopravvivenza delle famiglie strozzate da uno stato ladro e incivile e si gioca qui a Treviso, da dove è sempre nato ogni vento di cambiamento, non altrove”.

“Per quanto riguarda il tenore degli attacchi ricevuti, voglio stendere un velo pietoso e mettere solo in evidenza la spocchia e anche un certo machismo imbarazzato di chi vede crollare il consenso che pensava di avere per diritto divino. La situazione socio-economica è grave, Treviso è stata ridotta a una città-fantasma e quindi è ovvio che i trevigiani diano fiducia a chi ha individuato un piano concreto di taglio delle tasse e di sviluppo economico della città, per ridare il sorriso a Treviso”.

“I 150 euro a famiglia – conclude Alessia Bellon – sono solo un piccolo anticipo di ciò che ogni cittadino, neonato o ultracentenario, avranno dopo l’indipendenza veneta, grazie al mancato furto delle nostre risorse da parte dello stato italiano. Ricordo che i cittadini trevigiani vantano un credito per residuo fiscale nei confronti dello stato italiano pari a circa 320 milioni di euro, secondo gli ultimi dati disponibili dei conti territoriali dello stato forniti dal ministero del tesoro. Tale cifra inoltre, secondo le ultime stime provenienti dalla regione Veneto, si preannuncia in enorme crescita, addirittura oltre i 400 milioni di euro”.

assegno-indVenerdì sempre ai gazebo di Alessia Bellon verrà distribuito anche tale assegno, ben più sostanzioso, pari a quasi 4.000,00 euro a cittadino e che porta la data del 6 ottobre 2013, quando si terrà il referendum per l’indipendenza del Veneto secondo il progetto di legge regionale 342, concepito da Indipendenza Veneta e protocollato dal consigliere regionale Valdegamberi, che è in esame in regione Veneto e per il quale si preannuncia già un’ampia maggioranza trasversale di consiglieri regionali favorevoli.

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