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Comunisti al governo

Solo nei paesi comunisti abbiamo assistito all’ingerenza del credo di stato insinuarsi con violenza negli affari privati delle famiglie, ed è questo quello che primo ministro Silvio Berlusconi sta cercando di fare, per cui d’ora in poi non potremo che definirlo “il comunista”. Per di più ha palesemente mentito ad una platea in Veneto contraddicendosi nell’affermare che vuole difendere la libertà evitando che lo stato si intrometta, mentre forza il Parlamento ad approvare una legge che ingerisce gravemente sui fatti privati, come peraltro ha evidenziato in ben tre interviste il Senatore Giulio Andreotti.

Solo nei paesi comunisti assistiamo alla smania di cambiare la costituzione perché scomoda alle intenzioni del capo del governo: Hugo Cavez come Silvio Berlusconi? Due comunisti che vogliono alterare ad personam le leggi se non la stessa costituzione per loro comodo interesse. A quando la richiesta di Presidenza del Consiglio a vita?

Il blitz dei NAS alla Clinica la Quiete di Udine poi è la dimostrazione che con leggi pasticcione e farraginose è possibile fare tutto e il contrario di tutto, la dimostrazione dell’impossibilità di adeguarsi poiché sempre ci sarà condizione ricattatoria, come il caso dell’uso strumentale delle forze dell’ordine per bloccare in qualche modo il percorso stabilito dalla sentenza della Cassazione che accoglie la richiesta del padre di Eluana. Che mandino i NAS a controllare il Policlinico Umberto I (un nome una garanzia) a verificare se un po’ di sporcizia è stata rimossa dalle corsie invece di perdere tempo per ricercare morbosamente un cavillo amministrativo (si, avete letto bene: AMMINISTRATIVO) per ostacolare il diritto di lasciar spegnere una persona crudelmente sospesa in una vita artificiale da ben 17 (diciassette) anni!

Io auspico che i Veneti vogliano liberarsi da questo pantano politico e apprezzino le proposte di libertà e garanzia di tutela dei cittadini ben interpretate dal pnv nei suoi 4 principi fondamentali, e li invito a sottoscrivere in massa alla petizione per il referendum per l’indipendenza, oltre che iscriversi per sostenere la nostra battaglia.

A questo punto, dopo aver parlato di politici che pretenderebbero di voler regolare addirittura la morale pubblica, propongo invece io una riflessione morale, consapevole che questo blog non ne sarebbe la giusta sede, ma che il caso mi costringe a fare. Non manco peraltro di sottolineare che le mie considerazioni sono personali e non riguardano il pnv.

Possiamo noi condannare alla vita forzata una persona che non è più tale? Perché la persona non è il suo corpo, ma è la sua mente, quel luogo fisicamente individuabile e contemporaneamente impalpabile in cui siede la nostra coscienza di noi stessi, e di coloro che ci stanno intorno. Descartes [Cartesio] ci disse “Cogito ergo sum” a conferma ineludibile che noi siamo perché pensiamo. E’ essere umano colui che vegeta? Non lo chiameremmo “vegetare” se lo fosse. I dubbi della medicina sulla possibilità di recupero da un coma vegetativo prolungato (la patologia di Eluana) ci chiedono cautela, ma nell’incertezza dove solo le probabilità statistiche ci danno conforto, nessuno di noi può sostituirsi a chi è più vicino alla persona cara sospesa tra vita e morte per nostra volontà, ricordiamocelo.
Eluana ha il diritto di morire, come tutti noi, in pace. E nessuno può interferire ad un simile diritto che solo chi più gli era vicino può interpretare meglio, poiché è impossibile dimostrare diversamente.
Come ogni persona ha il diritto alla sua vita (ovvero di non vedersela tolta), così ogni persona ha il diritto alla sua cessazione (ovvero di non vedersi iposta una vita artificiale).

La Chiesa Cattolica è spesso stata ambigua su questo tema, e le direttive Vaticane recenti sono state contrarie alle dichiarazioni rilasciate nel passato. Di certo la sua ingerenza appare intollerabile considerando che viene da persone che non vivono una vita normale: che non sanno cosa significhi sposarsi, avere figli, mandarli a scuola, curarli e curare i parenti malati o tristemente doversi occupare di figli malati. Cosa ne sanno questi prelati di figli malati da curare? Della relazione speciale che si ha con loro? Ed anche delle relazioni distorte che purtroppo rare persone manifestano, anche. In considerazione di ciò, che spessore possono avere le parole pronunciate da questi prelati della Chiesa Cattolica su questo e molti altri temi fondamentali della vita?

Claudio G.

Nota: il presente scritto rappresenta l’opinione dell’autore liberamente espressa ai sensi dell’art. 21, primo comma, della Costituzione italiana, le critiche anche se pungenti non hanno intenzioni diffamatorie o offensive e certamente non vanno lette come tali, lo scopo è invece di evidenziare contraddizioni o denunciare un comportamento lesivo delle libertà della persona. Sono costretto ad aggiungere questo post scrittum a causa del timore di essere oggetto di rappresaglie arbitrarie tipiche dei regimi in cui le libertà di parola sono soppresse, timori rafforzati dal recente DDL che vorrebbe imporre il filtraggio all’accesso all’informazione mediante Internet a tutti i cittadini su basi arbitrarie.

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