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Cosa non va nella proposta Guadagnini, secondo me

Ho letto la proposta Guadagnini sia nella sua prima versione che in quella portata al fatidico Minor Cosiglio (scaricabile dal seguente link, ndr).
Premetto che secondo me, uno “sporco” aziendalista, in ogni documento che tratti di economia devono essere presenti 3 componenti:

  • dati
  • fonti
  • schemi con esemplificazione grafica del modello con la situazione ante e post riforma.

Verificato che questi nella proposta Guadagnini non ci sono (ma può essere dovuto a scarsità di tempo) e che lascia i saldi finali invariati presupponendo pure i costi come invariati (mentre sarebbero da accrescere per motivi che non sto ad elencare, ne bastino 3 : pensioni per i pimi 20 anni da rifondere ai nostri pensionati, istituzione governo centrale e Difesa) un modello di tassazione diverso da quello ora presente in Italia (questo della proposta è fortemente incentrato sui consumi, questo esistente sui redditi come da Lei evidenziato) e che questo è metodologicamente scorretto, passo alla modesta critica.

Innanzitutto c’è da considerare che tassare il risparmio tesaurizzato al 50% pare eccessivo: se il risparmiatore si trova in un sistema dove l’euro che tiene in tasca, per 50 centesimi deve versarlo allo stato, è spinto a spendere il tutto in caramelle o a investirlo (l’investimento non è risparmio, è l’utilizzo di esso) in derivati, azioni, case terreni, andando a creare bolle speculative dal momento e per effetto della liquidità in circolo e per effetto della non convenienza al risparmio, i prezzi delle opzioni testé elencate salirebbero vorticosamente.

Il risultato delle bolle speculative sulla costruzione di abitazioni, per intenderci, è ciò che è avvenuto in Spagna : tante case costruite ma nessuno che le compra.

C’è però da notare che nessuno (statisticamente) può permettersi, col frutto del lavoro di un’anno, l’acquisto di una abitazione, ma è di norma tenuto a sottoscrivere un mutuo.
Qui sorge il secondo problema: il Mutuo che l’intermediario concede a chi è intenzionato a comprare una casa (ma anche a sottoscrivere leasing operativi o finanziari) è finanziato coi risparmi di altri cittadini: ma che risparmi possono esserci in banca che l’Erario chiede a chi “tesaurizza” il 50%? la risposta è intuitiva.

In secondo luogo, un modello di tassazione che spinge all’acquisto forsennato pur di non avere tasse da versare ha altre esternalità negative:

  • in tempi di restrizione dell’economia la popolazione non ha risparmi accumulati cui ricorrere in attesa di tempi migliori;
  • se non ci sono risparmi da tassare, l’erario per forza si rivolge alla tassazione del consumo (però l’iva al 25% è il massimo), ma così si hanno effetti depressivi o si spinge il cittadino all’evasione, alla non fatturazione e al pagamento in contanti;
  • se si tassano gli investimenti in derivati, azioni (forse una tobin tax?) si spinge gli intermediari finanziari esteri a non venire in Venetia, anzi, si spingono i cittadini e i capitali a essere investiti altrove!

Riguardo alla tassazione delle imprese (0% a quanto ho capito) detta così pare che basti avere la sede sociale qui per pagar le tasse, pardon per non pagarle: purtroppo c’è una legislazione internazionale (europea in particolare) cui tener conto e in più l’apertura di una sede legale implica che solo il commercialista e l’avvocato abbiano un beneficio dalla cosa, nessun nuovo operaio assunto.

Riguardo a cedolari varie, non scrivo perché se intende la cedolare così come scritta da questo governo, beh, al cittadino con l’appartamento in eredità dalla zia, conviene non attuarla (ho scritto un articolo passato sul sito dei libertari di Facco).

Infine una considerazione mia: lo scritto sembra avere come background molte fonti mischiate tra loro.
Keynes per il fatto della spesa, Modigliani/Miller per la vita passata a vivere a debito (ma senza intermediari, per i motivi detti sopra) al fine di minimizzare le imposte e qualche concetto di scuola austriaca.
Dott. Guadagnini, spero di incontrarla a Cadoneghe per poter approfondire la sua proposta, ma vista così, e scusi se ripeto cose che Lei sa già, si vivrebbe in uno stato fortemente centralizzato, con la PA onnipresente
Se vuole difende i salari, e guardi che non sono un liberista sfegatato, preferirei più mercato con un authority per l’antitrust forte, quello si fa bene ai salari dei cittadini, anche con una no tax area  ampia.

Certo che Intenderà questo mio scritto come dev’esser inteso: ovvero una critica senza acrimonia, cordialmente.

Davide Hauner
Veneto Stato – Brescia

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