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Vade retro Borghezio!

L’unica speranza è il Veneto Stato indipendente

Leggiamo oggi che il prode Borghezio mette la propria pesante stazza sul falò di Schio al pupazzo del ladro dei due mondi al secolo Giuseppe Garibaldi. La lega nord dimostra in questa vicenda la propria mancanza di buon gusto appropriandosi di ciò che non le appartiene, ma che dimostra di saper sfruttare meglio sicuramente di noi indipendentisti veneti.

Non siamo sorpresi di ciò. L’iniziativa è nota e sicuramente nell’ambiente politico venetista riscontra un grande e maggioritario favore e sostegno. L’associazione Raixe Venete in questo è meritoria e dimostra di aver fatto enormi passi in avanti verso il risveglio identitario dei veneti, ben più di qualsiasi organizzazione che mai prima fosse nata.

La reazione stizzita degli ambienti radical chic italiani alimenta inoltre il sostegno popolare all’azione che ha portato al rogo dell’immagine di un personaggio storico che mai è stato amato dai veneti, come lo stesso Garibaldi più volte lamentò.

Bene. E ora? Così come Togliatti disse a Pajetta durante la sua famosa occupazione delle prefettura di Milano, anche noi indipendentisti veneti ci chiediamo ora cosa fare, dopo il falò del pupazzo di Garibaldo.

Dobbiamo forse allearci all’impresentabile Borghezio? Dobbiamo forse fare passerella con l’assessore regionale Ciambetti, che cavalcando l’ondata di patriotismo veneto spera di evitare i lunghi coltelli leghisti dei compagni vicentini di merende Stefano Stefani (quello amato in Germania per aver inveito contro i “crucchi che fanno le gare di rutto nelle nostre spiagge”) e Manuela Dal Lago (che non sa più come contare gli stipendi con tanti zeri che le paghiamo noi ignari cittadini)?

Dobbiamo continuare ad ascoltare le panzane dei leghisti d’accatto che vengono a raccontarci le meraviglie del federalismo romano?

Non credo proprio. Io invece penso che gli indipendentisti veneti che stanno tappezzando la provincia di Treviso e di tutto il Veneto con i propri manifesti spiegando qual è la via legale all’indipendenza, debbano continuare il proprio lavoro certosino e paziente di costruzione del consenso elettorale al progetto dell’indipendenza del Veneto.

Non esistono scorciatoie, o meglio, le scorciatoie sono spesso trappole della lega che questi fuochi di paglia continua a riempirci gli occhi col fumo delle false speranze, alimentate dalle false polemiche italiane e dalle vergognose quanto ridicole indagini in corso presso la procura di Vicenza. A tal proposito, è massimo e totale il nostro sostegno e completa la nostra solidarietà a chiunque fosse perseguitato dal meno civile tra gli stati d’occidente.

Da un punto di vista politico è chiaro che l’unica speranza in realtà si chiama Veneto Stato.

Solo spiegando pazientemente ai Veneti i vantaggi del Veneto Stato indipendente potremo pensare di ottenere il consenso popolare necessario a costruirlo.

Ben vengano anche azioni e atti di sensibilizzazione, ma stiamo attenti alla capacità di chi regge il sacco ai ladri delle nostre risorse di manipolare i mezzi di informazione ben saldi sotto il loro controllo, prendendosi i meriti di azioni singole.

L’unico campo in cui la lega e tutti i partiti italiani non hanno voce in capitolo ed influenza è quello che prevede la nostra completa, pacifica, democratica indipendenza politica.

Con il nuovo anno veneto, iniziato il 1° marzo, è iniziata anche la campagna di tesseramento 2011 a Veneto Stato. Iscriversi costa poco. Per essere soci ordinari che partecipano alla vita del partito bastano solo 20 euro. Per essere soci sostenitori, che sostengono l’azione politica, senza impegnarsi nella vita operativa di Veneto Stato, bastano solo 10 euro.

Iscriviamoci subito se non siamo già iscritti e rinnoviamo subito la nostra tessere se già siamo soci. E impegniamoci magari anche come soci ordinari per ingrandire la base di volontariato che deve crescere in ogni provincia per rafforzare sempre più il radicamento dell’unica forza politica che già oggi rappresenta l’unica speranza per il nostro futuro, per un Veneto Stato indipendente.

E noi, come soci di Veneto Stato, apriamo il cuore alle nuove leve che stanno per entrare nel partito, apriamolo sempre di più alla società civile veneta che si sta avvicinando sempre di più alle nostre istanze.

L’altra settimana a Cornuda, in provincia di Treviso, ho assistito alla presentazione di Antonio Guadagnini come candidato presidente alla provincia di Treviso per Veneto Stato. La sala era piena, c’era tanta gente in piedi. Un successo incredibile. Lo stesso era avvenuto qualche settimana prima a una riunione dove avevo partecipato a Fanzolo, frazione di Vedelago. Lo stesso ancora prima era successo a Conegliano. Ad ogni appuntamento di Veneto Stato cui partecipo in provincia di Treviso c’è sempre più gente, ogni volta di più.

Io mi ricordo quando ero partito da solo, o quasi, a predicare le ragioni dell’indipendenza, descrivendo il percorso politico per ottenerla. Le sale allora erano vuote. C’erano al massimo 3-4 persone. Dopo un po’ sono diventate 10. Poi sono entrate personalità di rilievo, di spessore anche culturale e molte altre, di grande passione e preparazione politica. Oggi la palla di neve di allora si sta ingrossando sempre di più.

Ogni giorno di più, con pazienza certosina, ma anche con una crescita ragguardevole di consenso tra le persone, nei paesi del Veneto.

Questa è la strada per la nostra indipendenza, si chiama radicamento popolare del progetto di indipendenza del Veneto.

E il radicamento lo si ottiene con radici nuove e sane, non compromesse con quelle avvelenate dei Borghezio e dei Ciambetti di turno.

Veneto Stato, senza tentennamenti, senza scorciatoie e Veneto Stato sarà!

Gianluca Busato
Press News Veneto

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